Bonifiche, l'altra faccia: l'inerzia che blocca lo sviluppo. Appello di Confindustria

 Bonifiche, l'altra faccia: l'inerzia che blocca lo sviluppo. Appello di Confindustria

Il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, lancia un appello ai sindaci dell’area industriale e quindi compreso quello di Siracusa: “chiedano con forza, d’intesa con i parlamentari, al Governo nazionale la ridefinizione del perimetro della stessa area Sin che appare allargata a dismisura”.
Il tema è noto. Il sito di interesse nazionale ingloba territori di 4 Comuni: Priolo, Augusta, Melilli e Siracusa. Non tutte le aree incluse però sono interessate da fenomeni di inquinamento industriale o da presenza industriale. Un eccesso di zelo del passato che oggi presenta il conto: lo Stato, in 18 anni, ha bonificato solo il 20% dell’area che avrebbe dovuto. Una inerzia che ha pesato anche sulla regolare crescita di quelle zone.
“L’attuale Sito di Interesse Nazionale – dice Bivona – è un’area di 5.814 ettari e comprende non solo l’area industriale (2134 ettari) ma ingloba grandi pezzi di territorio ed a Siracusa si spinge fino a Epipoli, il porto, la fascia costiera fino ai Pantanelli e non si comprende quale criterio è stato seguito per inserirli all’interno dell’attuale Sin. Vorrei ricordare che ciò ha causato negli anni passati il blocco di importanti investimenti anche turistici e la fuga di imprenditori che volevano investire nella provincia di Siracusa”.
I terreni all’interno dell’area Sin di Priolo infatti sono regolamentati da accertamenti e soggetti a vincoli non solo onerosi economicamente ma anche a tempi di svincolo indefiniti, che rendono di fatto difficile l’avvio di nuove attività imprenditoriali.
“Oggi abbiamo un altro rischio: che si perda anche l’occasione dei vantaggi previsti per chi investe nelle aree ZES la cui gestione è affidata alla Autorità di Sistema di Augusta-Catania. Il Governo Regionale sta infatti definendo – continua il Presidente di Confindustria Siracusa – i confini della Zona Economica Speciale che sarà di estensione limitata per disposizione ministeriale e che interesserà parte di aree della Sicilia orientale da Messina fino a Gela. Saranno escluse le aree soggette a vincoli come nella fattispecie le aree SIN”.
Un paradosso. Il porto di Augusta, la cui caratteristica di porto “core” è fondamentale per il riconoscimento della Zes, non genera per il territorio siracusano alcuna ricaduta economica, “a vantaggio di territori delle province di Catania, Messina, Ragusa e Caltanissetta-Gela. La mobilitazione che chiediamo ai rappresentati politici della nostra provincia – conclude Bivona – è finalizzata a salvare la nostra economia, a creare realmente occasioni di investimenti e dunque di crescita, sviluppo e occupazione”.

 

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