Camera di Commercio del Sud-Est, le associazioni ribadiscono il loro no: incontro con il ministero

 Camera di Commercio del Sud-Est, le associazioni ribadiscono il loro no: incontro con il ministero

Le associazioni di categoria delle provincia di Siracusa ribadiscono il loro “no” alla Camera di Commercio del Sud-Est con l’accorpamento all’ente camerale di Catania. Una posizione condivisa con le associazioni catanesi ed espressa in maniera chiara ieri, durante un incontro in remoto con lo staff del Ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Contrarietà messa anche nero su bianco, in un documento indirizzato al Governo. La decisione assunta dalla Regione, con un provvedimento a firma del Presidente della Regione, Renato Schifani e dell’assessore regionale alle Attività Produttive Edy Tamajo continua a rappresentare motivo di forte preoccupazione per le imprese del territorio, soprattutto dopo le dichiarazioni rilasciate da Schifani venerdì scorso a Siracusa,quando il governatore ha ribadito l’intenzione di procedere nella direzione tracciata, “come la legge consente”, evidenziando che “al Governo spetta stabilire il numero delle Camere di Commercio, alla Regione la ripartizione”. E questa ripartizione prevede, nello specifico, il mantenimento delle Camere di Palermo-Enna, di Messina e del Sud-Est (Catania, Ragusa e Siracusa), con l’istituzione,inoltre, della Camera di Agrigento-Caltanissetta-Trapani. L’attenzione delle associazioni di categoria si concentra sulla possibilità di istituire una quinta camera di commercio. Resta punto saldo, in ogni caso, con un paio di eccezioni, la contrarietà all’accorpamento con la Camera di Commercio catanese, anche in virtù dell’esperienza maturata negli anni scorsi, in cui la provincia di Siracusa si è sentita schiacciata e penalizzata. Una provincia vicina dal punto di vista geografico ma un territorio con caratteristiche socio-economiche ben differenti, fanno notare le associazioni. Nel dettaglio, le associazioni contrarie, a Siracusa come a Catania, sono: Cna, Confindustria, Claai, Cia, Confagricoltura, Confesercenti, Confcooperative, Legacoop, Copagri, Federcoltivatori ed Assoimprese. Di diverso avviso Casartigiani e Coldiretti.  Dal Ministero non sarebbe arrivata alcuna risposta certa. L’incontro di ieri,in videocall, è stata un’occasione di mero ascolto, con l’unica considerazione, dagli uffici romani, che si tratta di un inizio turbolento di questo nuovo percorso, “di cui il ministero terrà conto”.

Questo il cuore del documento delle associazioni:

“Abbiamo bisogno che la Camera di Commercio ritorni ad essere attivamente  presente al servizio delle imprese siracusane, con una governance fattiva e coesa che aiuti la nostra economia in questo delicato momento di transizione. Sembrava alle scriventi Associazioni che il problema denunciato avesse trovato soluzione con la pubblicazione della legge 23 luglio 2021, n. 106, che scorporava la Camera di Catania dalle altre, e con la nomina da parte dell’allora Ministro Giorgetti, in data 30 marzo 2022, di due Commissari “al fine di assicurare la continuità e la rappresentatività degli organi camerali, nelle more della rideterminazione delle circoscrizioni territoriali”. La citata normativa, richiamata e ribadita dalla recente sentenza del CGA della Regione Siciliana del 15 maggio 2023, avrebbe finalmente consentito ai Commissari di nomina ministeriale, valenti esperti del settore, di poter effettuare una attenta ricognizione sul reale patrimonio conferito in sede di accorpamento dalle singole Camere, nonché sullo stato delle partecipazioni e sulla situazione economica, per accertarne la sostenibilità “stand alone”. La deliberazione della Giunta della Regione Siciliana del 25 maggio u.s., che conferma l’esistenza della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia fra le province di Catania, Ragusa e Siracusa, di fatto cancella le speranze di queste Associazioni di poter finalmente fare chiarezza sulle circostanze sopra esposte e riconferma uno sbilanciamento di rappresentanza fra il territorio di Catania e dei suoi legittimi interessi e quello delle due altre provincie “accorpate”. Quanto sopra appare ingiustificato alle Associazioni scriventi, e sembra far ritornare la governance ad un assetto di cui è stato dimostrato da tempo il mancato corretto funzionamento per la tutela degli interessi di tutte le aziende coinvolte. Per quanto sopra, chiediamo al Sig. Ministro di voler intervenire per assicurare il rispetto di quanto statuito dalla legge n. 106/2021, sopra citata, ribadendo la creazione di un’autonoma Camera di Commercio di Catania, garantendo così a tale Città metropolitana un regime uguale alle altre città metropolitane italiane, alle quali,
come è noto, è riconosciuto tale diritto per legge dello Stato. La presenza di tre città metropolitane (Palermo, Messina e Catania) in una Regione delle dimensioni della Sicilia, con nove province ed una popolazione di 5 milioni di abitanti, che sconta gli svantaggi dell’insularità oggi tutelati dall’art. 119 della Costituzione, rende anacronistico e fuori contesto il limite di quattro Camere di Commercio attribuito dalla legge. Riteniamo che Siracusa e Ragusa abbiano i requisiti stabiliti dalla legge Madia per essere indipendenti. Tuttavia è preferibile essere parte di un raggruppamento tra province simili per dimensioni che essere inglobati in un accorpamento innaturale con una città metropolitana”.

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