Cibo scaduto, insulti e poco igiene: condannata responsabile di comunità per minori

Il Tribunale di Siracusa ha condannato una donna originaria di Noto e responsabile di una comunità alloggio per minori, ritenuta colpevole del reato di maltrattamenti con il vincolo della continuazione. La pena inflitta ammonta a 5 anni e 10 mesi di reclusione, con l’aggravante della reiterazione delle condotte, compiute ai danni di sei ragazze minorenni ospiti della struttura fino all’anno 2015.
Secondo quanto accertato nel corso del processo, la donna, difesa dall’avvocato Mario Fiaccavento, avrebbe sottoposto le minori a una serie di trattamenti degradanti e lesivi della loro dignità: la somministrazione di cibo scaduto o in pessimo stato di conservazione, spesso in quantità non sufficienti al loro fabbisogno quotidiano; la mancanza di condizioni igieniche nei locali della comunità, infestati da topi e parassiti; la limitazione dell’uso dei servizi igienici, aggravata da interruzioni nell’erogazione dell’acqua.
Le testimonianze raccolte hanno anche evidenziato un clima quotidiano di violenza verbale e fisica, fatto di insulti, minacce, spintoni, schiaffi e percosse, rivolti alle ospiti ogniqualvolta queste cercassero di opporsi alle direttive dell’imputata.
Il Tribunale ha riconosciuto le responsabilità dell’imputata, condannandola anche al pagamento delle spese processuali, alla perpetua interdizione dai pubblici uffici e alla interdizione legale per tutta la durata della pena. Inoltre, è stata condannata al risarcimento dei danni, patrimoniali e non, nei confronti delle sei ragazze costituite parte civile, rappresentate dall’avvocato Stefano Andolina.