Comune di Siracusa ed Open Land, appuntamento (ancora) al Cga per il famigerato risarcimento

 Comune di Siracusa ed Open Land, appuntamento (ancora) al Cga per il famigerato risarcimento

Curiosi incroci del destino. Comune di Siracusa ed Open Land si ritroveranno presto in un’aula di giustizia. Adempimenti in corso per riquantificare il famigerato risarcimento milionario richiesto dalla società privata all’ente pubblico per presunti ritardi nel sistema autorizzativo che ha portato alla realizzazione di un centro commerciale ad Epipoli. E tutto avviene proprio nei giorni caldi delle indagini e degli arresti legati al cosiddetto “sistema Siracusa” che hanno coinvolto anche la complessa ed intricata vicenda.
Il nuovo consulente d’ufficio, Marcella Caradonna (presidente del consiglio dell’Ordine dei Commercialisti di Milano), ha chiesto entro oggi ad Open Land il deposito dell’atto di leasing su cui poggia parte della richiesta risarcitoria milionaria avanzata in danno del Comune di Siracusa.
Si procede a tappe forzate: il 20 febbraio sempre la stessa ctu nominata lo scorso anno al posto di Salvatore Maria Pace (verso il quale il collegio di legali di Legambiente aveva sollevato più di un dubbio sulla terzietà, ndr) depositerà la sua relazione contenente i nuovi orientamenti di massima circa il risarcimento. Entro il 5 marzo i consulenti di parte dovranno far pervenire le loro osservazioni. Il 9 maggio, infine, appuntamento in aula al Cga, il Consiglio di Giustizia Amministrativa per trattare nel merito il risarcimento.
Ma tra Comune ed Open Land c’è un altro procedimento pendente ed è quello relativo all’apertura del centro commerciale: da verificare se necessitava Scia o conferenza dei servizi.
E poi il processo per danno da atto legittimo per le villette ad Epipoli, con altra richiesta risarcitoria questa volta in danno della Regione.
Nei giorni scorsi, relativamente all’eventuale procedimento che dovrebbe scaturire dalle indagini delle procure di Roma e Messina, il Comune di Siracusa ha anticipato la volontà di costituirsi parte civile e di chiedere risarcimento danni. Sulla stessa linea anche Legambiente Sicilia.

 

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