Depuratore consortile, nuovo amministratore giudiziario per Ias. Verso stop reflui industriali

 Depuratore consortile, nuovo amministratore giudiziario per Ias. Verso stop reflui industriali

Nei giorni scorsi è stato nominato un nuovo amministratore giudiziario per Ias, la società che gestisce il depuratore consortile a servizio della zona industriale, da maggio sotto sequestro. Antonio Mariolo prende il posto di Piero Antonio Capitini. Mariolo è un dottore commercialista specializzato nell’amministrazione di impianti di depurazione.
Nel provvedimento con cui è stato nominato, gli viene espressamente richiesto di curare con sollecitudine l’esecuzione del provvedimento dello scorso maggio. Un passaggio non da poco, perchè segnala la volontà – da parte della Procura di Siracusa – di cambiare passo, dopo aver pazientemente atteso per mesi.
A maggio arrivò il provvedimento “shock”, con la pesantissima accusa di disastro ambientale aggravato e “tuttora in consumazione”, dell’aria e del mare. Venne per questo sequestrato il depuratore consortile gestito da Ias. Oltre all’impianto, destinato alla depurazione dei reflui dell’area industriale siracusana e dei Comuni di Melilli e Priolo, sequestrate le quote e l’intero patrimonio aziendale di Ias. Tra le accusa connesse, anche “l’illegittimità dei titoli autorizzatori”.
Il gip accolse la ricostruzione offerta dalla Procura di Siracusa, riconoscendo “la totale inadeguatezza dell’impianto sequestrato allo smaltimento dei reflui industriali immessi dalle società coinvolte”, tanto da stabilire che “il depuratore dovrà continuare ad operare solo con riferimento ai reflui c.d. domestici, senza più poter consentire l’immissione dei reflui provenienti dalle grandi aziende del polo industriale”.
Ed ecco il punto su cui, presumibilmente, la Procura chiede ora di accelerare dopo aver atteso da maggio ad oggi: lo stop effettivo ai conferimenti di natura industriale. Alcuni provvedimenti di questo tipo hanno coinvolto, di recente, Priolo Servizi, ad esempio.
Nel mezzo, secondo alcune fonti, vi sarebbe anche la querelle attorno ad una relazione tecnica inviata dalla curatela alla Regione e datata settembre 2022. Un elaborato in contrasto con le consulenze della Procura di Siracusa e con una consulenza redatta nel 2015 dallo stesso specialista a cui è attribuita questa recente relazione. Sembra una quisquilia tecnica ma il dettaglio, invero, non è da poco visto che questa contestata analisi avrebbe concluso valutando l’impianto capace di trattare quanto allo stato attuale recapitato in fognatura, diversamente da quelle che sono le conclusioni degli inquirenti che sono poi alla base dell’inchiesta e dei provvedimenti sin qui assunti e mantenuti.

 

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