Dopo l'assoluzione, parla Ugo Rossi: "Siracusa non mi è stata vicina. Ma da lì mi hanno cacciato e lì devo tornare"

 Dopo l'assoluzione, parla Ugo Rossi: "Siracusa non mi è stata vicina. Ma da lì mi hanno cacciato e lì devo tornare"

“Questa vicenda è ancora lunga da raccontare”. Esordisce così l’ex procuratore capo di Siracusa, Ugo Rossi. Accetta di buon grado l’invito di Fm Italia e SiracusaOggi.it e commenta la recente sentenza del Tribunale di Messina con cui è stato assolto nella vicenda dei cosiddetti veleni in Procura. Ma prima di dare voce alla sua soddisfazione, spiega subito che “ci saranno sviluppi lunghi”. Primo sassolino tolto dalla scarpa.
“Ho dimostrato in maniera inconfutabile che io sono una persona senza ombre nella sua attività di magistrato. Ho sempre operato con il massimo delle garanzie e della trasparenza. Questo emerge dalla sentenza di assoluzione con la formula più ampia. Ed è l’aspetto positivo di questa vicenda”. Quanto al resto, Ugo Rossi – trasferito ad Enna con funzioni da sostituto – ha le idee chiare. “In altre sedi avrò le giuste soddisfazioni”. Quali che siano è facile capirlo seguendo il suo racconto. “Ho subito una vera persecuzione da parte degli organi istituzionali,a cominciare dal ministro (Cancellieri, ndr) con provvedimenti che sono sconosciuti al Csm. Un capo di un ufficio può essere trasferito  ma mai a fare il sostituto ad Enna. Pensate che sono stato trasferito con un fax nel giro di 5 giorni”. Senza entrare troppo nel dettaglio, Rossi è convinto che vi siano state “una serie di condotte che denotano la volontà di distruggermi. Per quali motivi? Saranno presto chiari”, si limita a far sapere.
Di certo c’è che non finisce qui. Anzi, Ugo Rossi è pronto a passare all’attacco. “Le amarezza che mi sono state riservate richiedono riparazione. Ci vorranno mesi, forse un anno. Ma questa strada la percorrerò interamente compiendo tutti i passi legali per la piena soddisfazione che merito”. Compreso anche il ritorno a capo della Procura di Siracusa. “Tornerei, certamente. Rifiuterei  la presidenza della prima corte di Cassazione per tornare. Ma non per un amore particolare verso una città che non mi è stata mai vicina in questa vicenda. Da lì sono stato cacciato e lì devo tornare”.

 

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