Fatti di Avola, rievocazione in contrada Chiusa di Carlo. I sindacati: “La storia è un monito”
La ferita resta aperta e 57 anni dopo c’è ancora rabbia, commozione, dolore e la continua ricerca della verità su quello sciopero del 2 dicembre 1968 che si tradusse nell’assassinio di Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona, braccianti agricoli. Questa mattina, durante la rievocazione in contrada Chiusa di Carlo, i segretari generali di Cgil e Cisl territoriali Franco Nardi e Giovanni Migliore insieme al segretario generale regionale della Uiltec Andrea Bottaro, hanno portato la vicinanza dei lavoratori alle figlie di Scibilia.
Con loro anche i rispettivi segretari sindacali dei lavoratori agricoli, Fai, FLAI e Uila,
Sergio Cutrale, Nuccio Giansiracusa e Sebastiano Di Pietro, Insieme al sindaco di Avola Rossana Cannata e al presidente del Libero Consorzio Comunale Michelangelo Giansiracusa, gli studenti e il baby sindaco.
“In questo territorio si consumò un evento con conseguenze drammatiche, con morti
e feriti – hanno commentato Nardi, Migliore e Bottaro – La storia è un monito per tutti
noi: i diritti vanno coltivati giorno dopo giorno e oggi vanno riconquistati con la stessa
determinazione. Il sindacato resta baluardo unico contro qualsiasi violazione dei diritti
dei lavoratori e sentinelle sempre vigili perché il sacrifico di Scibilia e Sigona resti
scolpito nella storia di questa provincia”.














