Febbre azzurra e feste in piazza: possibile conciliare maxischermo e norme anti-covid?

 Febbre azzurra e feste in piazza: possibile conciliare maxischermo e norme anti-covid?

Foto di Eliseo Lupo

La febbre azzurra sale a Siracusa. Le immagini della festa in corso Gelone dopo la vittoria sulla Spagna testimoniano il crescente (e disordinato) entusiasmo che rompe la seriosità imposta per 18 lunghi mesi dal covid. Certo, in diversi hanno storto il naso davanti a quell’assembramento senza distanziamento, mascherine e regole. I numeri del contagio sono bassi, è vero. Ma la Sicilia resta una delle regioni italiane in cima per contagi quotidiani, non a caso la Regione ha lanciato la campagna “a tappeto”, puntando a vaccinare anche nei luoghi della movida e del turismo.
In un quadro di questo tipo, ed in presenza di norme chiare, diventa un rebus la possibilità di allestire un maxischermo pubblico, per consentire di seguire in piazza la finale di domenica sera. Il Comune di Siracusa, che vorrebbe venire incontro alla richiesta della cittadinanza ma senza venir meno al rispetto delle norme anticovid, ha avviato interlocuzioni con le autorità di pubblica sicurezza, dalla Questura alla Prefettura.
Nelle ultime ore pare essersi aperto uno spiraglio, con una possibile deroga che potrebbe arrivare dal Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza, ma solo a patto di rispettare precisi paletti. Ed è possibile ipotizzare che tra i punti fermi vi siano l’obbligo di mascherina, il distanziamento e magari il numero contingentato di spettatori. Organizzarsi non è, insomma, la cosa più semplice.
Semmai si potrebbe replicare il modello adottato da Catania, dove proprio la Prefettura -su richiesta del Comune etneo – ha autorizzato i maxischermi nei locali pubblici del centro storico. I monitor devono però essere rivolti verso gli avventori e non visibili dalla strada, vanno rispettati gli orari e gli spazi autorizzati per l’occupazione del suolo pubblico ed un livello di emissioni sonori tale da non disturbare la pubblica quiete.
Alla fine, questa potrebbe essere la soluzione peraltro già adottata da alcuni centri in provincia, come ad esempio Palazzolo Acreide.

Foto di Eliseo Lupo

 

Potrebbe interessarti