Green Pass a mensa? La Fiom Cgil rilancia: “Le aziende paghino i tamponi”

 Green Pass a mensa? La Fiom Cgil rilancia: “Le aziende paghino i tamponi”

“Il Green Pass può rappresentare uno strumento discriminatorio nei luoghi di lavoro. Le imprese potrebbero utilizzarlo in maniera sbagliato, come se si trattasse di zone free Covid quando si sa che non è così”.

Antonio Recano, segretario provinciale Fiom Cgil si mostra critico su diversi aspetti della gestione delle vaccinazioni per accedere ai luoghi di lavoro. Il riferimento, in questo caso, è agli stabilimenti dell’area industriale, dove l’accesso è consentito ma non in mensa, dove vaccinati e non vaccinati vengono separati, per poi tornare insieme finita la pausa.

“Se ci fosse l’obbligo vaccinale- puntualizza- la discussione si sposterebbe su un livello diverso. Il concetto è che il Green Pass non salva dal contagio. L’esempio dell’Erg Power, in fermata, secondo noi è ottimo: è stata allestita una postazione in cui ogni giorno è possibile per i lavoratori sottoporsi gratuitamente al tampone. Sono costi di sicurezza sui posti di lavoro del resto”.

Recano crede che “con i protocolli che abbiamo siglato, le condizioni di sicurezza siano garantite. Occorre attendere anche le decisioni del Governo su obblighi o meno e per quali categorie. Parlo da persona vaccinata e convinta che si debba adeguatamente sensibilizzare. Penso che il vaccino ti aiuti a superare un eventuale contagio in maniera adeguata ma è chiaro che in questo momento di caos e discussione anche politica in corso”. Parola d’ordine, per il sindacato dei metalmeccanici: “Attendere senza imporre per il momento nulla”.

 

 

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