Il piano di Caltagirone: medici da reclutare, taglio alle liste d’attesa e “pace” tra ospedali

 Il piano di Caltagirone: medici da reclutare, taglio alle liste d’attesa e “pace” tra ospedali

Se c’è un problema, deve esserci allora anche una soluzione. Volendo provare a riassumere quella che pare essere la filosofia guida del nuovo manager della sanità provinciale, Alessandro Caltagirone, questa pare essere la frase giusta. Almeno stando alle prime indicazioni che intercettano due priorità: mettere una toppa alla carenza di medici, deflagrata quasi in ogni reparto; tagliare le liste d’attesa.
Intrecciate ed ugualmente complesse, le soluzioni dei due noti punti deboli della sanità pubblica siracusana passano dai nuovi bandi pubblicati in tempi record dall’Asp di Siracusa. Intanto con la proposta di quelli che vengono tecnicamente definiti incarichi di sostituzione, a tempo determinato. E poi, in autunno, con le assunzioni a tempo indeterminato, attraverso procedure concorsuali che richiedono però una fase preparatoria da avviare già nel prossimo mese di marzo. Le assunzioni a tempo indeterminato andranno a coprire tutti i ruoli nelle branche oggi in sofferenza: Pronto Soccorso, Pediatria, Rianimazione, Gastroenterologia, Cardiologia, Medicina d’urgenza, Radiologia solo per citare alcune delle aree in forte sofferenza. “Ci sono le condizioni per arrivare ad una piena dotazione organica, con le risorse oggi disponibili perché nn spese negli anni precedenti”, spiega Caltagirone.
Con più medici, e migliori coperture dei servizi sanitari, diventerà giocoforza più “umano” il tempo di attesa per le prestazioni in coda.
Mancano in pianta organica circa 300 medici, delle varie branche specialistiche. Con i bandi appena partiti, ad ora sono state un’ottantina le adesioni, tra libero-professionali e specializzandi. Nei prossimi mesi, poi, si metterà mano alla nuova rete ospedaliera siciliana, attraverso la quale far collimare le esigenze sanitarie territoriali alle possibilità degli ospedali. Prendendo in considerazione anche le nuove strutture che sorgeranno entro il 2026 con i fondi del Pnrr, ospedali e case di comunità su tutte. “La sanità del futuro deve basarsi su prevenzione e assistenza domiciliare, liberando gli ospedali”, spiega Caltagirone. Ecco perchè teleassistenza e telediagnosi diventeranno sempre più centrali, in modo da seguire i pazienti cronici ed evitare quegli eventi acuti che pesano poi sugli ospedali.
E qui arriva il nodo nuovo ospedale di Siracusa. La Regione ha recentemente assicurato altri 100 milioni per la sua costruzione. Ne mancherebbero ancora 47, da coprire con ricorso a progetti di finanza. Oppure confidando in un ribasso di gara tale da avere già copertura piena con i 300 milioni di euro disponibili. Quanto alle altre vicende, in poco più di sessanta giorni dovrebbe essere pronto il progetto esecutivo. Intanto il Tar ha respinto il ricorso presentato dal raggruppamento Plicchi, inizialmente incaricato della progettazione definitiva.
In attesa di un nuovo ospedale, ci si accontenterebbe anche del nuovo pronto soccorso. Le operazioni per completare i nuovi locali sono adesso passate in capo all’Asp di Siracusa ed anche su questo fronte, Alessandro Caltagirone promette subito una accelerata. Senza dimenticarsi di quei posti di terapia intensiva e subintensiva che la Regione aveva promesso durante il covid ma ancora in attesa di attuazione per via di mille pastoie burocratiche ed amministrative, a vari livelli.
C’è tanto lavoro da fare e Alessandro Caltagirone si mostra pronto a riporre giacca e cravatta per tirare su le maniche della camicia. Tra i primi punti c’è pure la questione Oncologia. Il reparto venne trasferito da Siracusa ad Avola durante il covid, per ragioni di spazio. Adesso, però, a pandemia conclusa non si vede all’orizzonte il ritorno dell’importante reparto nel capoluogo. E come dimenticare il caso pediatria e il livello di tensione tra gli ospedali di Siracusa, Lentini ed Avola. “Bisogna tenere fede alla rete ospedaliera”, dice Caltagirone. Ed è quella che prevedeva un Punto Nascita nell’ospedale della zona sud. “Ci scontriamo con carenze organiche, ma pensare di non fare una cosa prevista in rete ospedaliera non è fattibile. Uno dei punti critici era il servizio di emergenza neonatale (Sten) che abbiamo chiesto all’assessorato regionale di estendere sino ad Avola. Così i pediatri potranno lavorare più sereni”.

 

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