In Confindustria la Questione Meridionale nel contesto europeo: Zes e spesa fondi

 In Confindustria la Questione Meridionale nel contesto europeo: Zes e spesa fondi

“Una valutazione nel complesso positiva su un provvedimento che ha l’indubbio merito di riavviare il dibattito sullo sviluppo del Mezzogiorno e definire un quadro composito di misure per il rilancio dell’economia meridionale, facendo perno sulle aree ZES e ZLS. È decisivo spendere bene i fondi, che oggi non mancano, perché lo sviluppo del Sud è necessario per una crescita robusta dell’Italia e per una convergenza verso l’Europa”. Così Vito Grassi, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di coesione territoriale, intervenuto a Siracusa al convegno organizzato dalla Piccola Industria di Confindustria Sicilia su Questione Meridionale nel contesto europeo. “L’idea di una Zona unica è positiva – ha detto in apertura – ma va mantenuto l’ancoraggio dell’attuale strategia industriale di sviluppo. È imprescindibile assicurare continuità agli strumenti di incentivazione e semplificazione esistenti. Sul sistema Zes è opportuno un coinvolgimento più attivo e stabile degli attori economici e sociali, sia nella Cabina di regia che nella Struttura di missione. Confindustria non farà mancare il proprio contributo”.
Ha aperto il lavori, nella sede di Confindustria Siracusa, il presidente Gian Piero Reale che, nel suo intervento, ha sottolineato che “tutte le nostre imprese sono pronte a cogliere le opportunità date dai fondi europei e dalle Zes: chiediamo – ha detto – alla politica nazionale e regionale di velocizzare i tempi di attuazione, di assicurare una burocrazia snella e veloce”.
Il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese, ha evidenziato che “la questione meridionale è una questione culturale. Un territorio istruito è un territorio che ha margini di crescita e il sud è strategico per la produzione manifatturiera italiana. I numeri ci dicono che la raffinazione per il 68% è al sud, l’automotive per il 50% è al sud , i Veicoli leggeri 100% al sud, per il 50% le estrazioni, le produzioni alimentari, la Produzione energetica da fonte fossile. Dunque una Sicilia strategica per l’Italia”.
Sebastiano Bongiovanni, presidente della Piccola Industria di Confindustria Sicilia, si è soffermato sulla necessità di “un coordinamento e una semplificazione per la messa a terra dei vari strumenti di finanziamento europeo, nazionale e regionale evitando sovrapposizioni tra i diversi strumenti. Occorre inoltre valorizzare in loco il nostro capitale umano, che spesso lascia il nostro territorio”.
Gli economisti presenti al convegno Francesco Saraceno, docente di Economia Internazionale ed Europea a Sciences Po a Parigi e alla Luiss, Roberto Franchina, Vice Presidente Piccola Industria di Confindustria Sicilia, Luca Bianchi, Direttore Svimez ed Emanuele Felice Ordinario di Storia Economica all’Università Iulm, nelle loro relazioni hanno sottolineato il divario sulla creazione del Pil nella nostra Regione e nel Mezzogiorno e la distonia tra investimenti formativi in Sicilia e la domanda di lavoro su smart specialization. Nel 2021 in Sicilia ci sono stati 5000 laureati STEM, ma, di questi, 2000 hanno lasciato il nostro territorio. La percentuale del 36% degli emigrati dalla Sicilia nel 2021 sono laureati (dati SVIMEZ). Tutti hanno sottolineato che occorrono politiche selettive e specifiche per accompagnare la crescita dei settori produttivi nella nostra Regione.
L’Assessore regionale alle attività produttive Edmondo Tamajo, in chiusura dei lavori, ha confermato che i tempi di erogazione dei finanziamenti da parte dell’Assessorato Regionale saranno rapidi e certi per rispondere alle esigenze delle imprese.
Ha seguito i lavori anche il parlamentare Filippo Scerra (M5S). “Il Sud può e deve avere un suo ruolo all’interno delle catene globali del valore e delle decisioni su fonti di finanziamento fondamentali che arrivano proprio in sede di UE”, ha detto al termine. “Il M5s, negli anni, ha dato un contributo determinante per cambiare il paradigma europeo – ha ricordato Scerra – e permettere alle regioni meno sviluppate di avere un concreto supporto per tornare a crescere quanto le altre”. Questa azione “continuerà in Parlamento, per colmare i divari territoriali” ha aggiunto annunciando diverse proposte emendative a sua firma al DL Sud, “che arriverà in Commissione la prossima settimana”. Pronta anche la proposta di modifica del M5S al Patto di Stabilità e crescita, “in modo da permettere ad uno Stato come il nostro di potere investire per il Mezzogiorno, per l’ambiente e per la salute senza vincoli di bilancio asfissianti”. Su questo argomento, questa settimana arriverà in Aula la mozione del M5S di cui Filippo Scerra è primo firmatario e che mira a cambiare la governance economica Europea.

 

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