Ippica. Nasce il Comitato Ippico Nazionale, nel board anche il Mediterraneo

 Ippica. Nasce il Comitato Ippico Nazionale, nel board anche il Mediterraneo

Nasce in Italia il Cin, Comitato Ippico Nazionale, che riunisce tutta la filiera ippica. Raggruppate le categorie del galoppo, del trotto, le organizzazioni sindacali del comparto e le società di corse.
A darne comunicazione stamattina, in contemporanea in tutta Italia, gli ippodromi che hanno indetto nelle singole realtà locali, apposite conferenze stampa. A Siracusa, nella sede dell’Ippodromo del Mediterraneo, Concetto Mazzarella, amministratore Marconi Italia, affiancato dall’amministratore Ippomed, Fabio Faraci, dai rappresentanti di categoria Salvatore Bellassai per i proprietari, Giovanni Formica per i fantini e Vincenzo Caruso consigliere nazionale Anag per gli allenatori, ne ha presentato obiettivi e prossimi impegni. “Il comitato si riunirà oggi ufficialmente a Roma e si pone come immediati obiettivi – specifica Mazzarella – di evitare il taglio previsto dalla legge di stabilità, chiedendo la riconferma, per il 2016, di un sostegno economico almeno pari a quello ricevuto per l’anno in corso; una riforma di una governance del settore partecipata e un piano strategico di rilancio del settore adeguatamente finanziato e sostenuto. Una voce unanime, il Cin, per interloquire efficacemente con il governo e dare prospettive a lungo termine a decine di migliaia di addetti ai lavori e di famiglie coinvolte tra diretto e indotto. Un settore che merita attenzione da parte del governo nazionale perché produce, rappresenta storia e cultura di un territorio e il cui declino non è imputabile al comparto stesso”.
Avviata, poi, l’interlocuzione locale e regionale in Sicilia, per un ulteriore sostegno, si spera, economico-finanziario di un settore che ha voglia di vivere l’infinita passione per il cavallo. Anche le categorie plaudono alla storica unità raggiunta dal settore ippico. “Il CIN è un’ottima soluzione – precisa Vincenzo Caruso, consigliere nazionale ANAG – per affrontare il periodo di crisi. È il compimento di un percorso già sentito e avviato nelle categorie che nell’essere riunite in un’unica voce acquisiscono forza per un’efficace interlocuzione con lo Stato”.

 

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