Villa Rizzo, la replica: "la Cassazione si espressa sulle modalità di restituzione e non sulla proprietà"

 Villa Rizzo, la replica: "la Cassazione si espressa sulle modalità di restituzione e non sulla proprietà"

La Cassazione ha stabilito la restituzione dell’azienda Villa Rizzo alla società Nuova Clinica Villa Rizzo. La clinica siracusana è stata oggetto di una controversia negli anni scorsi terminata con la sentenza del tribunale di Siracusa, del 19 novembre 2015, che ha disposto la restituzione dell’azienda a Gianluigi Rizzo.
La disputa era nata tra la Clinica villa Rizzo, rappresentata da Rizzo, e la Nuova clinica Villa Rizzo rappresentata da Giuseppe Liuzza. La prima sezione civile della Corte Suprema, presidente Antonio Didone, ha messo la parola fine ad una lunga querelle: “Il decreto del tribunale di Siracusa va cassato senza rinvio perché l’opposizione della società Clinica Villa Rizzo avrebbe dovuto essere dichiarata inammissibile per indeterminatezza”, si legge nel dispositivo.
Al centro del contendere, sia l’attività sanitaria che l’immobile che ospita la clinica. “Posso dire solo di aver ottenuto giustizia – sottolinea Giuseppe Liuzza, già amministratore unico della società Nuova clinica Villa Rizzo -. La mia vita nel frattempo è stata stravolta ma la Cassazione ha riconosciuto che il procedimento intentato non aveva motivo di esistere”. Liuzza ribadisce di aver “segnalato le gravi, evidenti anomalie nella vicenda. La mia società è stata dichiarata fallita su iniziativa di un pm che si trova agli arresti domiciliari in quanto indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione giudiziaria e falso in atto pubblico, come accertato dalla Procura di Messina. Un sostituto che si è avvalso di un consulente contabile anch’egli indagato dalla Procura di Messina nell’ambito della stessa vicenda”, le parole rilasciate all’Ansa.
“La Cassazione si è espressa sulle modalità di restituzione e non sulla proprietà dell’azienda”. Così replica Gianluigi Rizzo, proprietario dell’omonima clinica dopo la sentenza della Cassazione.“Sulla storica clinica Villa Rizzo, la Cassazione si è espressa in merito alle modalità in cui è avvenuta la restituzione dell’azienda ma non è affatto intervenuta sulla titolarità della stessa”. Il giorno dopo la sentenza della Suprema Corte, il Gianluigi Rizzo spiega i motivi per i quali questa sentenza non tocca la proprietà della clinica Villa Rizzo.“Nel marzo 2016 – dice Rizzo – la Regione siciliana ha decretato la sospensione dell’autorizzazione e dell’accreditamento della clinica con un provvedimento di 30 pagine per gravi irregolarità nella gestione della società Nuova Clinica Villa Rizzo prima e durante il fallimento. Da quel momento la struttura ha subito profonde trasformazioni. Con la nuova azienda abbiamo fatto un titolo ex novo di autorizzazione e di accreditamento con la Regione siciliana.Occorre precisare – dice Rizzo – che i beni che costituivano l’asset della vecchia azienda erano beni intestati Td medical, la società dei soci della Nuova clinica Villa Rizzo. Questi beni, con provvedimento tribunale di Siracusa, nel dicembre 215 sono stati restituiti alla stessa società Td medical.La situazione è estremamente complessa e abbiamo motivo di ritenere che il provvedimento della Cassazione non riguardi la Clinica Villa Rizzo quanto il tribunale di Siracusa. Una cosa è parlare della clinica fondata dal prof. Frank Rizzo nel 1979 come gli atti testimoniano, un’altra è il contratto d’affitto d’azienda che si è esaurito, a prescindere da tutto, il 14 marzo 2014. Anzi, lamento una serie di soprusi subiti poiché la propria clinica è stata restituita solo il primo dicembre 2015 e non in quella data riportata nel contratto”.Rizzo ricorda che “la clinica Villa Rizzo si è dovuta sobbarcare l’onere di fare fronte a 950mila euro di Tfr dei lavoratori che spettava alla vecchia gestione e al fallimento poiché erano oneri riconducibili alla gestione dellaclinica dal 1990 fino al 2014, anno di scadenza del contratto d’affitto. Se non fosse stato per l’assunzione di responsabilità, queste somme sarebbero state perse da parte dei dipendenti, in quanto fondi sottratti dalla vecchia gestione”.

 

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