La perfezione del teatro greco di Siracusa tra curiosità architettoniche e geometriche

 La perfezione del teatro greco di Siracusa tra curiosità architettoniche e geometriche

“La spaventosa costruzione geometrica del Teatro greco di Siracusa. Uno dei teatri greci più importanti del mondo, dove si sono espressi drammaturghi del calibro di Eschilo. Platone vide opere in questo teatro”. Con questa didascalia è comparsa sui social una particolare foto che “studia” uno dei monumenti simbolo di Siracusa. A firmarle è Francesco Ferla, architetto, designer, digital artist e fotografo di fama internazionale. Nato e cresciuto a Palermo, si è laureato in architettura a Firenze per poi conquistare il mondo con la forza delle immagini e la potenza dello studio.
“Quel teatro è maestosamente perfetto”, racconta al telefono raggiunto dalla redazione di SiracusaOggi.it. E mette in fila una serie di attente osservazioni che mescolano curiosità architettoniche con la storia della Siracusa greca.
La sua analisi è partita da foto satellitari su cui ha applicato uno schema grafico che segue il diagramma solare. Tutto questo per spiegare, anche ad un occhio poco attento, che “niente è messo lì a caso”. D’altronde la cultura greca classica “ha sempre seguito delle regole ben precise”. E considerando che per la costruzione del teatro greco di Siracusa venne sbancata una buona parte del colle Temenite, nulla poteva essere lasciato al caso.
Quale la bellezza principale di una struttura come il teatro greco? “Il modo super elegante con cui arriva la luce”, dice senza dubbio alcuno Francesco Ferla. “All’alba, l’attore che guarda il pubblico riceve la luce da destra; a mezzogiorno al centro; al tramonto da sinistra. Quindicimila persone potevano godere dello spettacolo, in qualunque momento della giornata. Considerate che i greci si basavano su orologi solari mentre noi oggi ne apprezziamo il lavoro con software digitali…”, evidenzia Ferla.
E ancora: “lo schema seguito è chiaramente quello del cerchio, con una divisione in sedici parti. Ogni parte rappresenta il ‘cuneo’ della gradinata. I cunei gradinati sono nove. Considerate che il numero dei cunei è sempre dispari ma la divisione geometrica del cerchio è pari. Ci sono quindi trucchetti geometrici sul posizionamento del palco. Nel caso di Siracusa, i greci studiarono un diametro coincidente con la metà dei cunei per ottenere un risultato perfetto”. Affascinano le parole di Francesco Ferla, che ha esportato con mostre e svariati lavori la bellezza della Sicilia nel mondo, anche per conto del Ministero della Cultura e svariati enti e associazioni internazionali di promozione della cultura. Le parti aggiuntive di epoca romana sono state volutamente rese più scure nella foto.

Francesco Ferla

A metà delle gradinate, si trova un passaggio detto diazoma. “E’ perfettamente orientato a nord e nella curva blu in foto si può vedere l’andamento simmetrico del sole rispetto all’asse”, spiega ancora l’architetto, designer, digital artist e fotografo siciliano.
Gli facciamo notare come la sua foto pubblicata sui social abbia acceso curiosità e attenzioni. “Credo sia merito di questo nuovo modo di rappresentare anche geometricamente le bellezze architettoniche, con l’ausilio di grafiche in grado di spiegare le bellezze, come in questo caso il teatro greco. Così tutti possiamo apprezzare il valore che Siracusa ha avuto nell’era della cultura greca e che continua ad avere ancora oggi”, risponde pronto Francesco Ferla.
Ultima perla: “I teatri greci di Sicilia, tranne quello di Taormina che mira l’Etna, sono tutti orientati a nord. Alla perfezione”. La bussola arriverà però solo secoli dopo.

Foto-studio realizzata da Francesco Ferla

 

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