La Sanità convenzionata si ferma: sciopero dal 21 al 24 febbraio contro le scelte della Regione

 La Sanità convenzionata si ferma: sciopero dal 21 al 24 febbraio contro le scelte della Regione

La Sanità convenzionata siciliana, con una massiccia adesione, secondo quanto trapela, in provincia di Siracusa, pronta a scioperare. Si fermerà per quattro giorni: il 21, 22, 23 e 24 febbraio per protestare contro uno stato di cose che rischia, secondo i medici e gli specialisti convenzionati, di mettere in ginocchio le strutture sanitarie convenzionate, che sostengono l’82 per cento delle prestazioni sanitarie erogate nel territorio. Laddove la sanità pubblica non arriva, i convenzionati colmano lacune, praticamente da sempre e si affiancano alla sanità esclusivamente privata, pertanto totalmente a carico degli utenti, che sono pazienti, persone con delle problematiche legate al loro stato di salute- è evidente- e che spesso necessitano, poi, di cure, più o meno importanti. Cardiologi, oculisti, laboratori di analisi e non solo, sono pronti ad agire con un’azione forte, visto il muro riscontrato, fino ad oggi, con le semplici rimostrazioni. “Gli specialisti convenzionati sono costretti a chiudere- spiega il cardiologo Francesco D’Aquila-  a causa della poca attenzione che il governo regionale assegna alla categoria, con continui e non giustificati riduzioni di budget, a fronte di una richiesta sempre più numerosa e qualificata”. Per le quattro giornate stabilite, dunque, studi chiusi, stop alle prestazioni. I pazienti non avranno alternativa, in caso di necessità, ai punti Asp per riprogrammarsi. Non è difficile immaginare quanti disagi questo possa causare, con le ben note liste d’attesa, peraltro, talmente lunghe da vanificare, in talune circostanze, perfino il ricorso al medico, se troppo in là nel tempo, con necessità, invece, di un’azione veloce per scongiurare eventuali serie conseguenze per i cittadini che ricorrono a visite, esami specialistiche e cure mediche. Facile immaginare quanto questo possa comportare anche tensioni e proteste. I pazienti, in ogni caso, non dovranno recarsi in quelle giornate negli ambulatori convenzionati, ma esclusivamente presso i Cup di prenotazione, all’Asp o nelle farmacie aderenti (in cui la prenotazione ha un costo pari a cinque euro). Il principale problema riguarda la decisione imposta alle strutture convenzionate, accusata dagli specialisti coinvolti di scarsa attenzione e di voler dare spazio ad altri ambiti della sanità. Non è difficile tradurre “a quelle privata”. I convenzionati devono sobbarcarsi le liste d’attesa del pubblico, ma il budget risulta dimezzato. Impossibile, inoltre, in quanto vietato, andare extra budget. Dovrebbe significare che, raggiunto il numero, i pazienti devono essere invitati ad andare altrove. Tutto questo, altro motivo di protesta, anche a fronte di importanti investimenti che molti ambulatori, ciascuno per il proprio ambito di intervento, hanno sostenuto. In quattro giorni, ci sono studi che sottopongono a visita fino a 400 utenti. Questo non può, adesso, più accadere, stando alle spiegazioni degli esponenti del settore. Sarebbero anche state bloccate le agende delle singole strutture, che devono effettuare le prenotazioni solo attraverso il portale Asp, con una serie di difficoltà, a quanto pare, di carattere tecnico. Ulteriori elementi emergeranno nelle prossime ore o, comunque, nei giorni immediatamente precedenti alla protesta proclamata in tutta la Sicilia, salvo soluzioni dell’ultima ora che potrebbero- questo anche l’auspicio- nel frattempo arrivare da Palermo.

 

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