L’origine siracusana dei Bronzi di Riace, su Speciale Tg1 tra testimoni e scoperte

 L’origine siracusana dei Bronzi di Riace, su Speciale Tg1 tra testimoni e scoperte

Domenica 4 maggio, alle 23.50, Speciale Tg1 si occuperà del mistero dei bronzi di Riace e della recente ipotesi circa l’origine siciliana. Una storia che mescola aspetti da “giallo”, con il coinvolgimento dell’archeomafia, ed elementi scientifici come ad esempio le terre di saldatura dei bronzi, compatibili con quelle di Siracusa in una sorta di “dna”. E poi ci sono le perplessità che da sempre accompagnano la scoperta a Riace di quei bronzi: che ci facevano ad una profondità relativamente bassa? E perchè non c’era traccia del relitto affondato o almeno di altro vasellame?
Elementi presi in considerazione da Anselmo Madeddu, insieme ad un gruppo di ricerca, e alla base del libro “Il mistero dei guerrieri di Riace”. Prove su prove, il gruppo di ricerca ha attirato le attenzioni della comunità scientifica ed archeologica. La vicenda è, ad esempio, in copertina su Archeologia Viva e domenica sera anche Rai 1 dedica alla storia una puntata di Speciale Tg1.
“Esponenti importanti del mondo dell’archeologia nazionale sposano i nostri risultati, come il professore Malnati che è stato direttore generale del Ministero dei Beni Culturali per le antichità. O come il professore Prunetti, direttore di Archeologia Viva. Ma sono tanti gli archeologi che stanno portando avanti il nostro stesso progetto di ricerca della verità”, spiega Anselmo Madeddu al telefono su FMITALIA.
Testimoni, archeologi, studiosi: Speciale Tg1 approfondisce diversi aspetti della teoria sempre più accredita dell’origine siracusana dei bronzi oggi noti come di Riace. “Questa ipotesi siciliana si allaccia anche ad una sorta di compravendita, non esattamente legale, di reperti archeologici che avrebbero lasciato la Sicilia con una serie di complicità, per poi arrivare da quelle parti dove sono stati trovati. Ma stavano lì perché aspettavano altro e dovevano finire probabilmente altrove…”, aggiunge Madeddu. Il ricercatore e medico siracusano è netto: “Alla storiella dell’affondamento secoli prima dove poi sono stati ritrovati, non ci crede quasi più nessuno. Il problema reale è quello di capire da dove vengono i bronzi, perché qualcuno li prende e li mette lì. E qui si innestano Siracusa e Brucoli in triangolazione con Riace”.
Se fosse confermata, oltre ogni dubbi, la tesi siracusana dell’origine dei Bronzi, cosa bisognerà fare? “Diciamo subito chiaramente, devono restare in Calabria. Ormai fanno parte del dna della Calabria, della cartolina della Calabria, sarebbe insensato chiedere la restituzione. Ci sono mille altri modi per promuovere, in caso, la loro origine siracusana. Si possono fare gemellaggi, si possono fare copie perfette identiche a Siracusa, si può anche scrivere che erano originariamente esposti a Siracusa. I bronzi di Riace devono restare in Calabria ma si deve finalmente accertare e riconoscere l’origine reale di quei capolavori. E sul fatto che siano siracusani, ormai, credo che ci siano pochi dubbi”.

 

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