Ma le piste ciclabili a Siracusa sono utili? Poco frequentate, tanto criticate. Un’analisi

 Ma le piste ciclabili a Siracusa sono utili? Poco frequentate, tanto criticate. Un’analisi

Guardate con sospetto dai più, causa di tutti i mali del traffico siracusano secondo molti, utilizzate (ancora) da pochi. Le piste ciclabili, croce e delizia della Siracusa che fatica a trovare una mobilità davvero sostenibile. Da diciotto mesi 23km di piste ciclabili urbane attraversano la città, con la pista di Sistema e la pista Gelone (che però da corso Gelone, alla fine, non passò). Analizziamone i pro ed i contro, in un panorama in evoluzione con innegabili criticità che – oggi – ne limitano l’efficacia.
Iniziamo dai potenziali elementi positivi. L’introduzione delle piste ciclabili dovrebbe favorire una maggiore adozione di biciclette e monopattini, contribuendo a modificare le abitudini di mobilità dei cittadini. ​La presenza di cordoli di protezione aumenta il senso di sicurezza tra gli utenti, incentivando l’utilizzo quotidiano della bicicletta.
Note critiche. Dal punto di vista degli utenti, ci sono molti attraversamenti – soprattutto in corrispondenza delle rotatorie – risultano scomodi e obbligano i ciclisti a scendere dalla bici, riducendo l’efficienza del percorso. ​Ma non c’è siracusano che non dia alle ciclabili la colpa del caotico traffico urbano. Hanno davvero avuto un impatto? La realizzazione delle piste ciclabili ha certamente comportato la riduzione delle carreggiate esistenti e quindi è tecnicamente concausa della congestione del traffico, oltre ad aver ridotto i parcheggi disponibili.
Però le ciclabili ci sono e, a meno di poco probabili stravolgimenti, rimarranno sulle strade siracusane. Per capire se possano davvero produrre anche effetti benefici sulla mobilità siracusana, andrebbero utilizzate in maniera più decisa rispetto a questi primi 18 mesi. Ma come convincere gli automobilisti a diventare, per qualche ora al giorno, anche dei ciclisti? Questo anno e mezzo dimostra plasticamente che senza incentivi all’uso, le ciclabili rimarranno una realizzazione estranea ai siracusani. Sono da suggerire allora eventi e iniziative per educare i cittadini sull’importanza della mobilità sostenibile e sui benefici dell’uso della bicicletta, ma soprattutto incentivi economici. Bonus o sconti, di concerto con attività commerciali locali o grandi catene, ad esempio per chi si reca a lavoro in bici. Parafrasando Massimo D’Azeglio, fatte le ciclabili bisogna adesso fare i ciclisti. Altrimenti quelle strisce di asfalto colorate di blu rimarranno solo un “furto” di spazio alle auto ed alla viabilità globale del capoluogo aretuseo.
Utile un raffronto con città simili, come Lecce o Trapani. Hanno implementato sistemi di piste ciclabili che appaiono più funzionali rispetto all’impianto siracusano. Ad esempio, Lecce ha sviluppato una rete ciclabile integrata con il trasporto pubblico, mentre Trapani ha valorizzato i percorsi costieri, rendendoli attrattivi sia per i residenti che per i turisti.​ Mentre la ciclabile Maiorca, inserita in un impareggiabile scenario costiero, viene inghiottita da vegetazione, vandali e incuria.
Le piste ciclabili a Siracusa rappresentano certamente un passo importante verso una mobilità più sostenibile. Ma va accompagnato e sostenuto. Insomma, per massimizzarne l’efficacia, è fondamentale affrontare le criticità attuali attraverso una pianificazione attenta, coinvolgendo le associazioni di categoria e i cittadini, e prendendo spunto dalle best practices di altre città simili.

 

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