Melilli. Grotta Palombara, studi del Cutgana sui pipistrelli: "Contengono le popolazioni di insetti notturni"

 Melilli. Grotta Palombara, studi del Cutgana sui pipistrelli: "Contengono le popolazioni di insetti notturni"

Risultati interessanti sull’ecologia e l’etologia dei pipistrelli presenti all’interno della Grotta Palombara, parte ipogea dell’omonima riserva naturale integrale gestita dal centro di ricerca Cutgana dell’Università di Catania diretto da Giovanni Signorello.
Nell’ambito dell’attività di ricerca, condotta mensilmente, e avviata dal 2015, è emerso che nel periodo estivo, in particolar modo, il numero degli individui sfiora le mille unità. Il sito, infatti, accoglie una delle più importanti colonie riproduttive in Sicilia di chirotteri.
“Il monitoraggio appare, pertanto, necessario per verificare lo stato di salute della colonia e indirettamente della fauna guanobia ad essa associata – spiegano i coordinatori del monitoraggio Fabio Branca, direttore della Riserva naturale integrale Grotta Palombara, e l’esperto zoologo del Cutgana Renzo Ientile con la collaborazione del personale del centro di ricerca d’Ateneo – I pipistrelli sono un importante gruppo di mammiferi che svolgono un ruolo fondamentale nel contenimento delle popolazioni di insetti notturni, in particolare di quello delle zanzare. In grotta sono presenti almeno cinque specie di chirotteri: Myotis Myotis, Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus euryale, Rhinolophus mehelyi e Miniopterus schreibersii tutte inserite in allegato II della Direttiva Habitat 43/92”.
Nei giorni scorsi si è tenuta una bat night vision relativa al monitoraggio di chirotteri che abitano la Grotta Palombara, a cui ha preso parte anche il vice direttore del Cutgana, Guido Zanghì, che ha avuto modo di apprezzare “il rigore della ricerca scientifica che il personale del centro di ricerca sta portando avanti grazie anche alle nuove tecnologie applicate per questi studi messe a disposizione dal Cutgana e anche alla dedizione e al rispetto per l’ambiente”. “Le riserve naturali gestite dal centro universitario – ha aggiunto Zanghì – vengono costantemente sorvegliate e al tempo stesso rese disponibili alla fruizione per quanti volessero visitarle”.
“Durante le attività di monitoraggio viene utilizzato un bat detector per registrare gli ultrasuoni emessi, ciascuna specie emette una propria gamma di vocalizzi – aggiungono Branca e Ientile -, con l’utilizzo di una termocamera ad infrarossi vengono periodicamente effettuate delle riprese in notturna”.

 

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