No al femminicidio, oltre mille in corteo a Siracusa. Ecco perchè è un risultato importante

Sono stati oltre mille i partecipanti al corteo di Siracusa contro il femminicidio ed ogni forma di violenza di genere. In una città in cui la voglia di manifestare pro o contro qualcosa è ai minimi storici, si tratta di un risultato importante, arrivato grazie all’impegno dei promotori dell’iniziativa – il centro antiviolenza Ipazia – ed alla capacità di permeare e sensibilizzare “bucando” quella bolla che sembra avvolgere l’opinione pubblica siracusana.
Da tempo non succedeva che si manifestasse in maniera così compatta e partecipata per tematiche non scolastiche o sindacali. L’onda emotiva degli ultimi femminicidi, il caso di Sara Campanella, il coinvolgimento come reo confesso di un 27enne di Noto ha forse contribuito ad amplificare la percezione pubblica del momento e dell’urgenza di dire “no” alla violenza di genere, “no” al femminicidio, “no” a quegli elementi retaggio di subcultura ancorata al cosiddetto patriarcato.
Come ben sanno i sociologi, la gente comune si muove soltanto quando sente l’impatto emotivo di una dimostrazione di massa. Questo era il momento di sfilare insieme, di stare insieme, con una mobilitazione che ha rafforzato la voglia di esserci. Effervescenza collettiva, il risveglio dell’esserci per partecipare come volontà di sentirsi elementi attivi di qualcosa. E questo qualcosa è una società, quella siracusana, in cui non deve più esserci spazio per la violenza di genere e per appigli a futili, aberranti motivazioni.
Non era una sfida semplice quella di chiamare a sfilare e per di più nel pomeriggio, oltre l’abituale routine scolastica che da anni è l’unica forma di dimostrazione in strada. E invece, con un consenso che è andato crescendo a suon di adesioni, da viale Teracati a piazza Archimede si è mosso ordinato un corteo eterogeneo e compatto.
Da segnalare, poi, come in piazza vi fossero tanti giovani, ragazze e ragazzi. Quella GenZ spesso criticata che questa volta ha lasciato il telefonino in tasca, preferendo la presenza fisica ad una astratta citazione social. C’erano uomini e mariti, fidanzati e padri ben consapevoli che è un uomo piccolo quello che picchia una donna. Eppure sono stati 113 gli ammonimenti del Questore di Siracusa per violenza di genere negli ultimi dodici mesi. E decine gli interventi in cui devono prodursi le forze dell’ordine ogni settimana, nel territorio provinciale.
Oltre ai simboli ed alle panchine rosse, adesso c’è però anche la prova di una società locale consapevole e presente. Il lavoro condotto in questi anni ha prodotto un primo, importante frutto.