Novant’anni fà il misterioso affondamento del Curzola, ora ritrovato nei fondali di Augusta

 Novant’anni fà il misterioso affondamento del Curzola, ora ritrovato nei fondali di Augusta

E’ una tragedia dimenticata quella del regio rimorchiatore Curzola, della regia Marina Italiana. Proprio novant’anni fà era atteso in porto ad Augusta. Non arrivò mai, nonostante condizioni del mare non proibitive e l’assenza di una richiesta di soccorso.
Si inabissò a poche miglia dal porto megarese, trascinando con sè le vite delle 18 persone di equipaggio. Molti giovanissimi, poco più che ventenni. Mistero sulle cause dell’affondamento, anche se alcune ipotesi lascerebbero propendere ad una collisione che ne avrebbe causato il veloce affondamento. Il relitto non venne mai individuato.
Del rimorchiatore e della sua storia si erano anche perse le tracce, almeno sino a quando il team del ricercatore subacqueo Fabio Portella non lo ha individuato ad una profondità di oltre cento metri, a circa 2 miglia da Brucoli ed a 5 dal porto di Augusta. Un ritrovamento quasi casuale: le ricerche erano infatti puntate sul sommergibile inglese HMS Phoenix, scomparso tra Augusta e Brucoli le luglio del 1940.
“Dopo infinite ore di esplorazione – racconta Portella – finalmente l’ecoscandaglio evidenziò una marcatura nel fondale, a quasi 120 metri di profondità compatibile col sommergibile oggetto delle ricerche. In immersione, nonostante la scarsa visibilità e la forte corrente, fu subito evidente che il relitto non era di un sottomarino ma di un rimorchiatore d’altura. Passata la delusione, l’attenzione si spostò sulla necessità di cogliere quanti più dettagli possibile al fine di giungere ad una identificazione certa. Avevamo trovato il regio rimorchiatore Curzola!”, racconta Portella a SiracusaOggi.it.

Il rimorchiatore giace sul fondale fangoso in assetto di navigazione, le strutture più alte sono a 108 metri, la prua è rivolta a circa 310°. Il fondale è leggermente declinante infatti la prua è poggiata a 118 metri mentre la poppa a 116. L’identificazione è avvenuta grazie alla presenza del nome ben evidente sulla poppa: Curzola.
Cosa ci faceva lì il Curzola? “Il 10 marzo del 1935, in normali condizioni di tempo e di mare, lasciò la base di Taranto alle ore 21:30 diretto ad Augusta. Dopo l’ultimo contatto radiotelegrafico delle 19:03 di giorno 11 marzo, con Radio Messina, non se ne ebbero più notizie. Era atteso ad Augusta per la mattina del 12. Ma non è mai giunto a destinazione. All’epoca – prosegue Portella nel racconto – vennero utilizzati anche ricognitori aerei, in particolare della 186^ Squadriglia di Augusta, che furono parzialmente limitati dalle avverse condizioni metereologiche. Il 25 marzo furono rinvenuti sulla spiaggia di Vaccarizzo, a sud della Foce del Simeto, tra Catania e Augusta, 2 salvagenti con iscrizione ‘Rimorchiatore Curzola’, del legname e un’asta di bandiera. Non fu ritrovato nessun superstite e nessun corpo”.
Nessun sos, mare non in tempesta: fattori che portano molti a crede possibile che l’affondamento sia avvenuto in un tempo brevissimo, per un evento improvviso. Forse per un investimento notturno con una nave a sud di Capo Spartivento. L’equipaggio del rimorchiatore era composto da 18 uomini, 3 sottoufficiali e 15 marinai.
“Le famiglie furono informate della scomparsa dei loro cari via telegramma tra il 19 e il 22 marzo. La vicenda fu anche al centro di una discussione alla Camera dei Deputati, con le relative comunicazioni”. Poi, da allora, più nulla. Sino al ritrovamento da parte del team di ricerca capitanato da Fabio Portella.
Per ricordare quella tragica pagina di storia della Marina Italiana, il prossimo 4 aprile, ad Augusta, commemorazione a cura di Lamba Doria con la partecipazione di MariSicilia, Comune di Augusta e Fidapa.

 

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