Ortigia: discodance o decadence? Il sindaco: “Musica ad alto volume, troviamo equilibrio”

 Ortigia: discodance o decadence? Il sindaco: “Musica ad alto volume, troviamo equilibrio”

Ortigia, il centro storico di Siracusa, pullula di vitalità. E questo è bene. Decine di locali, offerta ampia, turisti. E purtroppo eccessi. E questo è male.
Abusivismo, invasione di spazi e volumi della musica esagerati. “Lo so e bisogna trovare un punto di equilibrio”, spiega il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. “Sono andato personalmente da alcuni gestori di locali in Ortigia per chiedere di limitare il volume troppo alto della musica. Un volume così non lo vuole nessuno”, dice su FMITALIA.
Servono, anche qui, i controlli. “Per fare un controllo occorre il fonometro, e lo abbiamo. Poi serve Arpa e quando li informiamo passa almeno una settimana prima delle verifiche e possono lavorare fino a mezzanotte. Inoltre, devono piazzare tutto sulla facciata del palazzo più vicino. Insomma, la burocrazia rende difficilissima la sanzione. Ne ho parlato anche in Prefettura. E da quegli incontri è nata una ordinanza comune a tutti i centri della provincia”. Cosa prevede quel provvedimento? “La limitazione dei livelli decibel e la chiusura all’1.30. Se dovesse servire, siamo pronti ad adottare misure più restrittive. Ma stiamo cercando di convincere gli operatori del fatto che la musica a volumi altissimi è nefasta per tutti e per loro. E per gli stessi fruitori di quelle attività”.
In che senso? Francesco Italia risponde diretto: “dobbiamo fare una scelta di campo, sul tipo di turismo che vogliamo. Una città che fa discoteca a partire dalle 20 ed anche a ridosso delle imbarcazioni, non la vuole nessuno. Vada in discoteca chi cerca una soluzione di questo tipo. Io, ad esempio, amo cantare. Ogni tanto vedo locali con karaoke: possibile che si deve fare con un volume che arriva fino a trecento metri di distanza? Non si può fare su misura del proprio pubblico e dei propri spazi? Serve per forza la multa per capirlo? E’ un discorso anche di pacifica convivenza tra locali e clienti”, insiste il primo cittadino aretuseo.
“La città deve ancora maturare un diffuso rispetto del prossimo. Io non mollo: tutti dobbiamo godere dei nostri spazi e delle nostre preferenze, ma rispettando anche quelle altrui. Non un divieto di fare cose, va bene la varietà e tutti devono avere la possibilità di vivere con il proprio gusto. Però quando si sconfina nella prepotenza, come con l’imposizione di volumi altissimi, non ci siamo più”.
Allora spegnere tutto e diventare dormitorio? “Certo che no. Quando viene il turista vuole trovare una città dove succede qualcosa. Ed anche il residente merita intrattenimento. E’ giusto imparare a convivere anche con quello che ci piane meno, ma con equilibrio. Purtroppo una delel conseguenze peggiori della pandemia è questa deregulation per cui ci si sente liberi di fare tutti quello che si vuole”. Allora serve contrastare con una attenta applicazione delle regole – e delle sanzioni – esistenti. “La disponibilità di forze dell’ordine in Italia è limitata. E comunque non può passare tutto dalla repressione, perchè non ce la facciamo. Quando la sera hai solo una pattuglia disponibile, che fai? Ad agosto, per legge, i vigili urbani devono avere almeno una settimana di ferie. Eppure è il momento in cui avremmo bisogno di maggiori controlli. Con i controllori in ferie, cosa faccio? Vado io a fare le verifiche, insieme ai cittadini? Magari, ma non si può. Non è che me ne frego, è che non abbiamo la possibilità di farle le cose”.

foto di Christian Chiari

 

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