Siracusa. Apertura delle scuole, la preoccupazione dei medici: "Serviranno migliaia di tamponi o sarà il caos"

 Siracusa. Apertura delle scuole, la preoccupazione dei medici: "Serviranno migliaia di tamponi o sarà il caos"

“Servirà un numero enorme di tamponi nel momento in cui l’anno scolastico prenderà il via. Il servizio di Epidemimologia dell’Asp si organizzi per tempo, altrimenti sarà il caos”. L’osservazione arriva dal medico Giovanni Barone, segretario della Fimmg, federazione dei medici di medicina generale. Un tema che rientra nell’ambito di un contesto che vede coinvolti insieme, per ragioni diverse, il settore scolastico e quello medico. I test sierologici per i docenti e il personale delle scuole è in questi giorni al centro dell’attenzione anche per via del rifiuto, da parte di molti medici di base, di aderire alla campagna avviata in tal senso. “La nostra sigla- fa notare Barone- si è invece subito resa disponibile in tal senso. Lo riteniamo necessario e non esiste alcun problema di possibili agevolazioni di contagi, al contrario di come alcuni colleghi, contrari ad effettuare i test nei loro  studi, stanno lasciando intuire”. Il percorso prevede un pre-triage telefonico e poi l’effettuazione dei test in orari differenti rispetto a quelli di ricevimento dei propri assistiti. “Stiamo, inoltre, parlando- prosegue Barone- di persone che non risultano con problematiche di salute. Girano per il territorio come tutti perchè non hanno nulla di differente. Solo nel caso di esito positivo del test, si andrebbe ad approfondire. Diventa anche utile ai fini di una maggiore conoscenza sull’incidenza del Covid-19 nel nostro territorio”. Molto più degno di attenzione, secondo il rappresentante dei medici di base, il tema tamponi, dunque. “Quando un bambino si ammalerà -mette in rilievo- nessun giudizio clinico potrà stabilire se si tratti di influenza o di Covid-19. Serviranno tamponi per i bimbi, per i compagnetti, per gli insegnanti, per le famiglie. Ne servirà un numero altissimo. Ci si pensi subito, per non arrivare a situazioni come quelle che si sono venute a creare in pieno lockdown, quando persone provenienti dalle zone rosse sono rimaste in quarantena per un mese e anche di più solo perchè l’Asp non disponeva di tamponi”. Tema che sarà al centro di un’attività di pressing probabilmente anche da parte dei pediatri.

 

Potrebbe interessarti