Porto di Augusta, via libera al piano regolatore fermo al 1963 con l’ok al Dpss

 Porto di Augusta, via libera al piano regolatore fermo al 1963 con l’ok al Dpss

Via libera dalla Regione Siciliana al Documento di Programmazione Strategica di Sistema. “Un risultato positivo per l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale (Augusta-Catania) che ha portato a termine il documento e che potrà ora mette mano ai piani regolatori dei porti di Augusta e Catania, fermi rispettivamente al 1963 ed al 1978”, dice soddisfatto il vicepresidente della Commissione Trasporti, Paolo Ficara (M5s).
“Il Documento di Programmazione Strategica di Sistema definisce la strategia di sviluppo dei nostri porti in uno scenario internazionale. Un documento previsto dall’ultima riforma del sistema portuale e che pochissime Autorità hanno portato a termine. Tra queste quella di Augusta”, sottolinea il parlamentare siracusano.
“Negli ultimi mesi, l’attuale governance è riuscita a sbloccare investimenti attesi da tempo ma finiti nel pantano delle beghe di quartiere. Attualmente sono in corso lavori per la banchina container e la diga foranea del porto di Augusta, senza dimenticare il finanziamento inserito nel PNRR e che permetterà di realizzare il collegamento ferroviario nel porto di Augusta. Questi risultati devono far riflettere tutti, e responsabilmente, sul senso da dare alla nuova governance dell’Autorità, dopo questa positiva parentesi commissariale che si protrae da oltre un anno. Ridurre ad un discorso di appartenenze politiche sarebbe deleterio. Sono sempre più convinto che il Ministero debba fare la propria scelta guardando a quanto si è riuscito a fare negli ultimi anni, dopo lunghi periodi di immobilismo. Ed anche l’approvazione del DPSS ne è l’ulteriore esempio. Sembra scontato dire che si deve puntare su competenza e capacità, ma forse ripeterlo è bene. Vecchia politica e vecchie logiche la smettano di pensare che i porti siano il giocattolo di casa. Il porto di Augusta, come quello di Catania, siano a servizio del territorio, delle imprese, dei lavoratori e dello sviluppo a cui questa parte di Sicilia può e deve finalmente ambire dopo anni di retroguardia”.

 

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