Povertà e dispersione scolastica, la Sicilia preoccupa: gli assistenti sociali chiedono aiuto ai sindaci

 Povertà e dispersione scolastica, la Sicilia preoccupa: gli assistenti sociali chiedono aiuto ai sindaci

La Sicilia (dati Eurostat), è la regione europea con il tasso più basso di occupazione (41,1%) ed è ai primi posti anche per la percentuale di dispersione scolastica (19,4%).

Sono numeri preoccupanti, su cui l’Ordine degli Assistenti Sociali punta l’attenzione. Lo fa attraverso una lettera aperta, rivolta a tutti i candidati a sindaco dei comuni dell’isola in cui il 12 giugno si voterà: 120 in tutto, tra cui anche le città metropolitane di Palermo e Messina.

Il Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali di Sicilia, riunito nei giorni scorsi ha deciso di intervenire su temi che restano fondamentali, inclusione sociale e nuove fragilità prodotte dalla pandemia in primo luogo. A firmare la lettera è il presidente del Consiglio dell’Ordine, Giuseppe Ciulla.

” Un cittadino su tre- spiega Ciulla-  è a rischio di esclusione sociale e vive in condizioni di povertà. La pandemia ha aggravato la situazione perché, come ha anche sottolineato recentemente la Commissione regionale antimafia, dove non arriva l’offerta formativa ed educativa dello Stato spesso arriva la criminalità organizzata. E lo vediamo ogni giorno-dice ancora- purtroppo, con l’imperversare di baby gang, con l’arruolamento di bambini e ragazzi nelle attività di spaccio e con l’aumento dei ricoveri per dipendenza da droghe e alcolici anche tra adolescenti e pre-adolescenti”.

Di fronte a questo quadro l’Ordine degli Assistenti Sociali della Sicilia, vuole richiamare l’attenzione dei candidati sindaco sul tema dell’inclusione sociale, come questione centrale per la costruzione del futuro delle nostre città. Siamo convinti che senza giustizia sociale non può esserci né legalità né sviluppo. A trent’anni dalle stragi di mafia crediamo che sia necessario avviare un patto forte tra le parti impegnate sul territorio: enti pubblici, associazioni, privato sociale del terzo settore, comunità. Molti assistenti sociali lavorano all’interno dei Comuni ma senza una strategia politica che consideri l’inclusione una priorità, e senza un investimento di risorse finanziarie ed umane sul territorio, il nostro lavoro rischia di essere vanificato e disperso”.

Gli assistenti sociali chiede risposte, con programmi che nei Comuni tengano conto di tutto questo.

“La riorganizzazione delle politiche sociali-spiegano gli assistenti sociali- rappresenta un passo decisivo per attivare processi di cambiamento, prevenzione e risoluzione di fenomeni di marginalità sociale. Per questo ai futuri amministratori chiediamo di avviare processi di condivisione e confronto costruttivo, al fine di garantire una presenza sempre più capillare e stabile a livello territoriale dei servizi sociali, secondo la linea già intrapresa dal governo nazionale”.

 

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