Reperti rubati, sequestri e recuperi a Siracusa e in provincia

Ha toccato Siracusa e Noto nel corso del 2024, l’attività dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale in Sicilia. Il Comando ha fornito nelle scorse ore un bilancio, con i ‘numeri’ del lavoro svolto ed il racconto dei principali risultati ottenuti. L’impegno è stato concentrato su diversi ambiti di intervento, con particolare attenzione al traffico di beni archeologici e ai furti di beni culturali. A Siracusa, sono stati individuati e sequestrati lo scorso anno 5 volumi databili tra il XVIII ed il XIX secolo, un reliquario in argento , un turibolo in argento ed una coppia di mazze cerimoniali in legno, risultati rubati alla biblioteca Arcivescovile Alagoniana. Recuperato, inoltre, il dipinto raffigurante Santa Lucia, olio su tela, epoca XVIII sec., a seguito di controlli di siti web dedicati all’E-Commerce incrociati con verifiche all’interno della “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”. L’opera era stata rubata nel ‘91 ai danni della Chiesa di Santa Maria Scala del Paradiso di Noto.
Un altro intervento di rilievo è stato condotto con il sequestro di un’area oggetto di danneggiamento di una porzione dei resti delle Mura Dionigiane, a seguito di lavori edili abusivi, mentre a Noto, sempre nel 2024, i carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale hanno sequestrato tre aree, rispettivamente di 53 mila, 14 mila e 18 mila metri quadrati in cui era stata realizzata un’area abusiva di sosta a pagamento per auto. Nello stesso territorio va ricordato il recupero di un reliquiario in argento su legno e vetro del 1700, dedicato a Sant’Alessio Martire ed una mitra vescovile di seta e argento, con raffigurazioni floreale, del 1800, oggetto di furto avvenuto, nel 2023, all’interno della chiesa di Sant’Antonio Abate di Noto.
Chiarita invece la vicenda di Floridia. In un primo momento era stato comunicato un sequestro di una porzione del sistema idrico di captazione e distribuzione delle acque origine araba, Qalat. Successivi approfondimenti hanno permesso di chiarire che si era trattato di un refuso.
Estendendo lo sguardo all’intera Sicilia, i luoghi più colpiti sono stati musei, pinacoteche, antiquarium, luoghi espositivi, pubblici e privati, archivi.
La strategia di intervento del Nucleo di Palermo e della Sezione di Siracusa si è articolata lungo due direttrici fondamentali: l’attività di prevenzione mediante l’attività ispettive e l’azione di contrasto sviluppata attraverso le indagini di polizia giudiziaria.
Nel corso del 2024, l’attività di prevenzione ha certificato l’esecuzione di 496 controlli finalizzati alla sicurezza dei luoghi della cultura, quali musei, archivi e biblioteche, e delle aree archeologiche e/o tutelate da vincoli paesaggistici. Le verifiche hanno riguardato anche gli esercizi commerciali di settore, con numerosi controlli amministrativi presso mercatini, fiere ed antiquari, allo scopo di contrastare la ricettazione di beni rubati. I dati acquisiti vengono successivamente incrociati con quelli presenti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la più grande banca dati di opere d’arte rubate al mondo.
Deferite in stato di libertà 65 persone, e sequestrati beni culturali per un valore di oltre 800 mila euro. I beni sono stati poi riconsegnati agli Enti regionali di tutela e chiese per garantirne la fruizione.