Rientro a scuola, i presidi chiedono lo slittamento di 15 giorni

 Rientro a scuola, i presidi chiedono lo slittamento di 15 giorni

Pressing dei dirigenti scolastici dopo le misure assunte dal Consiglio dei Ministri con le nuove norme di contrasto al Covid-19. Il rientro a scuola entro il 10 Gennaio preoccupa e non poco i presidi, che attraverso la loro associazione e con una raccolta firme, chiedono lo slittamento di 15 giorni del giorno in cui alunni e personale scolastico rientreranno in classe.

Le procedure si preannunciano di difficile gestione e, secondo i presidi, di dubbia efficacia. Una posizione chiara che, in provincia di Siracusa, viene ribadita dalla dirigente scolastica Pinella Giuffrida in rappresentanza dell’Anp. “Non è infatti possibile assicurare la riapertura delle scuole in sicurezza senza tener conto dell’impossibilità di applicare la sorveglianza con testing nella scuola primaria e l’autosorveglianza nella secondaria in un momento in cui l’aumento esponenziale dei contagi ha messo in crisi tutto il sistema del tracciamento che le Asp- dicono a chiare lettere i presidi-  non riescono più a garantire. Non può essere scaricata sui dirigenti scolastici la responsabilità di mantenere in presenza alunni senza l’esito del tampone da effettuare
nell’immediatezza che dovrebbe attestarne la negatività al Covid-19”.

A lasciare perplessi i dirigenti scolastici anche le due modalità previste, in presenza e in Dad, a seconda della situazione dei singoli studenti e del numero di positività nella stessa classe. La formula mista, già sperimentata lo scorso anno, avrebbe peraltro dimostrato la propria inefficacia, secondo i dirigenti, che si sentono messi di fronte ad un bivio: assicurare la continuità del servizio o la tutela della salute degli alunni e del personale.

A tutto questo si aggiunge il numero alto di contagi anche tra i personale vaccinato e la complessa gestione degli inadempienti all’obbligo vaccinale. “Questo impedirà ai dirigenti di assicurare la sostituzione degli assenti- dicono ancora- una situazione drammatica, a fronte della quale il Comitato Tecnico Scientifico del Ministero dell’Istruzione non ha fornito indicazioni alle scuole”.

Pinella Giuffrida assicura che le norme saranno rispettate, sottolineando tuttavia la posizione chiara, assunta anche dai sindaci di Anci Sicilia. “Abbiamo anche i piccoli senza mascherine, quelli che non possono vaccinarsi, quelli che non si sono vaccinati- mette in rilievo- Succederà che insegnanti risulteranno positivi. La risposta dell’assessore regionale Lagalla, per il momento, è che se dovessimo diventare Zona Arancione, potrebbero  essere assunte conseguenti decisioni. La questione resta, dunque, aperta e rischia di complicarsi ulteriormente, magari pochi giorni dopo la riapertura delle scuole. L’Asp chiederà a noi di sapere, ad esempio, tra gli alunni, chi è vaccinato e chi no, ma noi non possiamo essere nelle condizioni di farlo. Con le regole sulla Dad, secondo me si rischia di avere ugualmente una sorta di Dad intermittente di continuo, ogni volta che qualcuno,con classi a macchia di leopardo, si ammalerà. Il programma didattico deve avere una fluidità, un’organizzazione adeguata. Se non sarà rivisto tutto questo, noi non possiamo nemmeno garantire la sicurezza nelle scuole”.

Sullo stesso tema interviene la Flc Cgil, che invita, attraverso la responsabile nazionale dei dirigenti scolastici, Roberta Fanfarillo, a “segnalare tempestivamente alle famiglie a a tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei contagi le criticità che i colleghi saranno chiamati ad affrontare alla ripresa delle attività didattiche e la possibilità di non poter garantire la regolarità del servizio scolastico”.

 

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