Rischio aumento Tari a Siracusa, la gestione dei rifiuti diventa sempre più cara

 Rischio aumento Tari a Siracusa, la gestione dei rifiuti diventa sempre più cara

Anche la Tari potrebbe essere “adeguata”, parola con cui si prova a rendere più morbido il possibile aumento delle tariffe a Siracusa. L’Ufficio Igiene Urbana sta completando il Pef (il piano economico finanziario) che elenca costi e coperture del servizio, voce per voce. Entro il 30 aprile – se non ci sarà proroga nazionale – deve essere approvato. E per far tornare i conti, in assenza dei fondi promessi dalla Regione per coprire gli extracosti, potrebbe non esserci alternativa all’aumento del tributo.
Dal settore Tributi si sta ancora cercando di trovare una strada per scongiurare l’adeguamento al rialzo. “Ci sono due, tre ipotesi che potrebbero permettere di scongiurare l’aumento…”, spiegano fonti autorevoli vicine a Palazzo Vermexio. Ma se non si trovasse un modo per contenere quello sciagurato aumento dei costi di conferimento dell’indifferenziato (schizzati per i Comuni da poco più di 100 euro a tonnellata a quasi 400), ci sarebbe poco da fare per tenere in piedi il servizio. Vero è che a Siracusa le tariffe Tari non aumentano da qualche anno, ma in anni in cui tutti ha assunto un costo sempre più difficile da sostenere per le famiglie, rischia di arrivare l’ennesima mazzata.
Anci Sicilia ha lanciato l’allarme: si rischia un aumento del 30%. Non solo a Siracusa, beninteso. Il problema è regionale. “Non ci sono questi numeri, ma potrebbe comunque risultare necessario un ritocco”, confermano informalmente dagli uffici dove si seguono i conti del Comune di Siracusa. Aumento probabile, però contenuto se non riuscirà uno delle due manovre allo studio per provare a mantenere inalterati i numeri. Tutto dipenderà dal Pef e dalla capacità del Consiglio comunale di emendarlo in meglio.
Paolo Amenta, il sindaco di Canicattini presidente di Anci Sicilia, è a Palermo. Giornate di incontri febbrili, anche con il presidente Schifani a cui è stato chiesto l’avvio di un tavolo aperto con il governo nazionale, e in particolare col ministero dell’Economia, per sostenere la richiesta di un provvedimento legislativo che sposti dal 30 aprile al 30 giugno la scadenza per la presentazione del Piano economico finanziario (Pef), il documento con il quale i Comuni stabiliscono annualmente le tariffe per la gestione dei rifiuti. Con la proroga – che dovrà passare dal ministro Giorgetti – si guadagnerebbe tempo sufficiente al trasferimento di risorse promesse ai Comuni dalla Regione, per la copertura dei cosiddetta extracosti legati alla necessità di spedire all’estero la spazzatura siciliana.
Il maggiore costo sostenuto nel 2023 dagli enti locali per far fronte alla gestione dei rifiuti in situazione di emergenza, come denuncia l’Anci Sicilia, mette a rischio la tenuta dei bilanci. Una criticità che, secondo l’associazione del Comuni, si traduce nella necessità di reperire circa 45-60 milioni di euro a copertura dei sovracosti prodotti nel 2022-2023. L’alternativa sarebbe un aumento di circa il 30% delle tariffe della Tari. Per tentare di scongiurare questa eventualità, il governatore ha assicurato l’impegno della Regione a supportare la richiesta presentata da Anci nazionale e l’intenzione di intervenire a sostegno dei Comuni siciliani con un contributo straordinario da inserire all’interno della prima manovra finanziaria disponibile.
I rappresentanti dell’Anci Sicilia hanno poi evidenziato che su 391 Comuni dell’Isola 111 si trovano al momento in uno stato di dissesto o pre-dissesto. È stata, quindi, manifestata la necessità di costituire un tavolo permanente tra Stato, Regione e Comuni siciliani per analizzarne le cause e predisporre le adeguate azioni di contrasto.

 

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