Santa Lucia, processione e polemiche: lo stranimento dell’Arcivescovo per le reazioni sui social
“Ma è così povera questa città, così povera questa città da non capire. Certe discussioni sono veramente inutili e non aiutano alla costruzione del bene comune. Vale più di tutto la comunione nella Chiesa e nella società, il resto non serve a nulla”.
Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, rispondendo alla domanda di un giornalista che chiedeva sull’uso sbagliato dei social e sulle fake news in merito alla processione della festa di Santa Lucia dello scorso 13 dicembre.
L’arcivescovo Lomanto ha incontrato la stampa consegnando la nuova lettera Pastorale dal titolo “Fidem Servavi – Conservare e vivere la fede nel mondo di oggi”. L’occasione anche per una riflessione sul Natale con gli operatori dei mezzi di comunicazione.
E rispondendo alle domande sulla processione ha detto: “Quando si sistemano, si aggiustano certe cose e allora si reagisce in un determinato modo. Hanno pensato semplicemente alla esteriorità della cosa, nessuno si è domandato la preghiera che è stata fatta, i momenti di incontro davanti Santa Lucia, le grazie che sono state chieste. E poi la devozione non deve mai soddisfare la nostra persona, deve soddisfare Dio e i santi che hanno seguito Dio. Se cerchiamo altro non abbiamo capito nulla. Non solo della fede, della Chiesa, ma neanche della vita vera di ogni uomo. La festa non è perché me la devo godere io, la festa è perché devo compiere un atto di amore verso Dio e trasformare la mia vita. In questo senso, credetemi, abbiamo creato una involuzione non solo del cristianesimo ma anche della stessa società che va all’indietro. Come possiamo pretendere di avere la pace nel mondo se già nella nostra casa ragioniamo così?”.
All’inizio dell’incontro l’arcivescovo ha consegnato ai giornalisti la lettera pastorale: “La Lettera presenta tre aspetti fondamentali del mistero della fede: l’incontro con Gesù, la vita nella Chiesa, la missione della testimonianza cristiana come atto costitutivo della vita della Chiesa. Ma io vorrei suggerire tre brevi pensieri del Natale del Signore. Il primo insegnamento che ci viene dal Natale di Gesù è che egli si è svestito di se stesso e si è rivestito dell’uomo. Svestirsi di se stesso per vestirsi dell’altro, mettersi nella situazione, nella condizione dell’altro l’altro, per salvare l’altro, per venire incontro all’altro. E questo il Signore lo ha fatto non perché gli uomini erano bravi, belli e buoni, ma perché erano peccatori”.
Il secondo pensiero che emerge dal Natale del Signore, o meglio “dal presepe vivente che ruota attorno a Gesù. Pensiamo a Maria, Giuseppe, lo stesso bambino, tace, ma opera. Maria conservava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. Giuseppe fece come gli ordinò l’angelo del Signore. Oggi nella società forse si parla troppo e si opera poco. Gesù ci insegna a tacere per pensare, per meditare, per contemplare, per ripensare il nostro cammino, la nostra vita. E offrire, quando parliamo, una parola pensata”.
La terza cosa. “Il verbo di Dio che si fa uomo accetta, accoglie il limite dell’altro. Oggi noi combattiamo l’altro, vogliamo avere il sopravvento, primeggiare. Invece la logica del Vangelo, la logica di Dio, la logica dell’incarnazione è ben altro. Venire incontro al limite dell’altro. Da un punto di vista di fede, questo significa salvare l’altro. E riguarda anche il nostro cammino di vita cristiano. Se accogliamo il limite dell’altro, un’offesa, un torto, noi lo salviamo nella verità, perché bisogna parlarsi nella verità. Il cristiano è intelligente perchè si affida alla fede e si dona all’altro: anche nella vita sociale accogliere il limite dell’altro e costruire il bene di tutti. Chi viene incontro al limite dell’altro ci guadagna sempre. Nessuno nel mondo può dire che se ha aiutato l’altro, ha sollevato l’altro, ci ha perso qualcosa: ci ha guadagnato tutto. Più lo comprendiamo e più possiamo incarnarlo, viverlo”.
Al termine dell’incontro, alla presenza del segretario nazionale dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) Salvatore Di Salvo, il segretario provinciale di Assostampa Prospero Dente e il presidente dell’Unione Cattolica stampa italiana di Siracusa, Alberto Lo Passo, hanno consegnato il pane all’arcivescovo in maniera simbolica della donazione di 50 chili di pane ai poveri della parrocchia del Sacro Cuore di Siracusa.














