Siracusa. Caravaggio in prestito a Rovereto, Paolo Giansiracusa "punzecchia" la Curia

 Siracusa. Caravaggio in prestito a Rovereto, Paolo Giansiracusa "punzecchia" la Curia

“Un parere, non un’autorizzazione e legato all’oggetto, alla tela, non al valore religioso del dipinto. Questo il nostro Arcivescovo- apprendo- ha rilasciato”. Lo storico dell’arte Paolo Giansiracusa, a capo della “resistenza siracusana” contro la possibilità di concedere in prestito a Vittorio Sgarbi per una mostra in programma a Rovereto, il Seppellimento di Santa Lucia, torna sull’argomento usando la punta di fioretto e concentra la propria attenzione sulla posizione assunta dalla Curia. Fa notare, tra le righe, come non ritenga che Monsignor Salvatore Pappalardo abbia agito come il ruolo che riveste vorrebbe.
“Monsignor Pappalardo, presule amato e stimato dai fedeli di tutta la Diocesi-dice infatti Giansiracusa- dovrà ancora esprimersi su un’altra circostanza, più pertinente al suo ruolo. Può Siracusa, possono i Siracusani, possono i devoti di Santa Lucia, privarsi del massimo elemento identitario della loro fede? Ricordo a me stesso che la Città chiede da secoli a Venezia la restituzione delle Sacre Spoglie”. Poi il messaggio si fa più sottile e, tra le righe, molto critico.  “Il commovente dipinto del Caravaggio-prosegue- attraverso il linguaggio dell’arte, ripara ancora oggi quella insanabile ferita, quel vuoto incolmabile legato all’assenza delle Spoglie di Santa Lucia dal Sepolcro. Potrà la Città, potrà la Sicilia, potranno i fedeli, accettare che la mirabile icona del Caravaggio possa essere sottratta alla loro preghiera, alla loro devozione? ” . Un concetto, quello relativo alle competenze, che Giansiracusa poi ribadisce ulteriormente. Lo fa dicendo che “l’autorizzazione è altra cosa e ci vogliono altre figure giuridiche che nella Sua nota l’Arcivescovo, con la saggezza che lo contraddistingue, non manca di segnalare. Ma chi è accecato dal prestito a tutti i costi non ha la serenità giusta per comprenderlo. L’opera del Caravaggio -conclude lo storico dell’arte- non è solo una tela ma un messaggio di fede e un’icona che rappresenta l’identità collettiva. Viva Santa Lucia”. Intanto l’assessore alla Cultura, Fabio Granata torna su un aspetto del tema, puntando l’attenzione sul “no” che l’Arcidiocesi disse all’introduzione di un biglietto per poter vedere il dipinto di Caravaggio. “Non ho mai capito- dice l’assessore Granata- come mai si disse no ad un piccolo ticket, che con 3 mila visitatori al giorno avrebbe potuto garantire interventi all’opera, ma si è introdotto un biglietto per visitare la Cattedrale. Sono inoltre d’accordo con Sgarbi- aggiunge- quando dice che il Caravaggio può essere punto di rilancio. La polemica, in realtà, è tutta siracusana. Sarà l’istituto centrale del Restauro a decidere se il Seppellimenot di Santa Lucia è nelle condizioni idonee per viaggiare, assumendosene la responsabilità”.
Anche Fratelli d’Italia fa sentire la sua voce, con il portavoce cittadino Paolo Cavallaro. “Abbiamo chiesto ai nostri rappresentanti regionali di intervenire a tutela dell’opera, di intervenire presso il FEC del Ministero dell’Interno perché resti a Siracusa e venga restaurata e meglio valorizzata; non c’è dubbio che andrebbe anche migliorato l’allestimento espositivo del luogo in cui l’opera attualmente si trova. Ci auguriamo che Sgarbi ci ripensi. Ci auguriamo che il governo regionale intervenga con speditezza perché l’opera resti a Siracusa e sia posta proprio al centro, insieme alle tantissime altre bellezze artistiche e architettoniche, del rilancio turistico della città”.

 

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