Siracusa. Casa del Pellegrino, gli ex dipendenti scrivono all’Arcivescovo: “Futuro incerto”

 Siracusa. Casa del Pellegrino, gli ex dipendenti scrivono all’Arcivescovo: “Futuro incerto”

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Un Natale di apprensione per gli ex dipendenti della Casa del Pellegrino. Scrivono all’arcivescovo di Siracusa, Monsi. Salvatore Pappalardo. Parole accorate quelle degli otto lavoratori e di altri sei saltuari. “E’ con viva apprensione -scrivono nella loro lettera-  e in un clima di assoluta incertezza che noi ex dipendenti della Casa del Pellegrino srl, società costituita dall’Ente Santuario Madonna delle Lacrime che è entrata nella procedura fallimentare,  ci apprestiamo a vivere la festa del Natale, vedendo messi a rischio ancora una volta i nostri posti di lavoro”. Le ragioni le spiegano nel passaggio successivo.
“Poco prima di Natale- proseguono i lavoratori- abbiamo appreso dell’aggiudicazione provvisoria dei beni dell’azienda da parte del  curatore fallimentare ad una associazione, denominata A.PRO.TUR., formata da diversi avvocati e imprenditori siracusani, compresi esponenti di organizzazioni di categoria come Pippo Gianninoto e Arturo  Linguanti, che nel presentare l’offerta, pare grazie al sostegno economico di altri imprenditori, non  avrebbe reso noto alcun piano industriale né avrebbe dato alcuna garanzia sul mantenimento dei livelli  occupazionali e sul futuro dei lavoratori impegnati nella struttura. Così i nostri posti di lavoro rischiano di sparire in pochi mesi. Per salvaguardare i nostri posti di lavoro nella  fase in cui la società Casa del Pellegrino srl aveva chiesto il concordato preventivo, siamo stati invitati a  costituirci in cooperativa. Per questo abbiamo affrontato i passaggi legati al licenziamento e alla  costituzione della nuova società, la cooperativa “La Madonnina”, sostenendo tutte le spese e gli oneri  dovuti dall’affitto dell’azienda. Un contratto che abbiamo sottoscritto con il duplice obiettivo di garantire i  nostri posti di lavoro e assicurare la continuità aziendale alla struttura, operando nella piena legittimità,  così come ratificato dal giudice fallimentare. Abbiamo dato anche la disponibilità a concordare una  soluzione che potesse mettere insieme gli obiettivi dell’ente che ha ottenuto in comodato la struttura dal  Comune e le legittime nostre aspettative lavorative, confermando la piena disponibilità di collaborazione
con il Santuario, donando alla fine, allo stesso Santuario, anche i beni acquisiti, ma i nostri continui appelli non sono stati accolti”. Al racconto di quanto accaduto, i dipendenti fanno seguire un appello rivolto a Mons. Pappalardo. “arcivescovo e pastore  della Chiesa siracusana, sempre pronta ad accogliere e sempre attenta alle istanze degli ultimi, per poter  continuare a lavorare alle condizioni che ci erano state prospettate e assicurate sin dall’inizio di questa  tormentata vicenda, e per evitare altri drammi occupazionali nelle famiglie di questa terra, già tormentata  da tante vertenze di lavoro e dalle poche opportunità di occupazione. Siamo anche pronti a rivolgerci a tutti
i rappresentanti istituzionali che potranno sostenerci nel salvaguardare i nostri posti di lavoro”.

 

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