Siracusa. Contenitori per abiti usati: “Non è beneficenza”. Ecco come funziona

 Siracusa. Contenitori per abiti usati: “Non è beneficenza”. Ecco come funziona

Non è una raccolta di indumenti da destinare agli enti caritatevoli del territorio. La raccolta degli indumenti usati che da qualche giorno è possibile effettuare attraverso dei contenitori che il Comune ha distribuito per la città e ha posizionato all’interno dei centri comunali di raccolta di contrada Arenaura e di Targia servono per fare la differenziata, in questo caso dei rifiuti tessili, che dal 2017 sono considerati rifiuti speciali. L’amministrazione comunale sta, in pratica, procedendo nella direzione della differenziata per ciascun tipo di rifiuto. Gli indumenti mancavano ancora all’appello. Certo, il posizionamento dei contenitori ha indotto inizialmente i cittadini in errore. Convinti che lo slogan “Non essere indifferente” potesse significare che l’operazione fosse di solidarietà, in tanti, in queste ore, stanno esprimendo delusione per quella che leggono, invece, come un’operazione di business, destinato alla vendita- questa l’ipotesi trapelata- di abbigliamento rigenerato. A fare chiarezza è una determina firmata alcuni mesi fa dal dirigente del settore, Gaetano Brex. Nel documento con cui il servizio viene affidato alla Cannone Srl di Andria, per cinque anni, si spiega che tale attività consiste nella raccolta, trasporto e recupero dell’abbigliamento. La società riconoscerà al Comune 3 mila euro l’anno per un totale, dunque, di 15 mila euro. Rientra nell’ambito delle misure imposte dalla Regione nell’ambito di quelle urgenti e straordinarie per potenziare la differenziata in Sicilia. Per citare qualche dato, la produzione di rifiuto tessile nel Sud Italia si aggira intorno al chilo e mezzo per abitante in media, contro i 6 chili e mezzo di media europea per abitante. L’obiettivo del Comune sarebbe quello di ridurre il conferimento in discarica dei rifiuti tessili per diverse centinaia di tonnellate. Le stime per Siracusa potrebbero raggiungere, con una media di 4 chili per abitante, quasi le 500 tonnellate, che in termini di percentuale di differenziata significherebbe aumentarla di almeno tre punti. Un ambito diverso, dunque, rispetto a quello delle donazioni di indumenti agli enti caritatevoli, sempre possibile, anche attraverso la tradizionale via delle parrocchie. Quando, però, la scelta è differente, o dopo questo passaggio, il rifiuto va comunque smaltito e segue un percorso ben preciso. Nel caso della ditta che si è aggiudicata il servizio, l’abbigliamento raccolto segue tre fasi: stoccaggio in un impianto autorizzato, selezione, all’interno dello stesso impianto, igienizzazione in camera iperbarica e con l’ausilio di ozono. La Cannone non lavora con l’Italia. L’abbigliamento viene destinato agli Emirati Arabi e alla Tunisia attraverso i porti di Salerno e Napoli (pare per sottrarsi ad un traffico illecito che, secondo l’Agenzia delle Dogane, in quest’ambito raggiungerebbe le 110 mila tonnellate l’anno).
I rifiuti tessili raccolti a Siracusa seguiranno, insomma, un vero e proprio processo industriale, al termine del quale le balle saranno distribuite, in base a quanto avrebbe comunicato l’azienda, in tutto il mondo seguendo i contratti mondiali di aiuto nei Paesi in via di sviluppo, in guerra o in stato di bisogno.

 

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