Siracusa. Cosa affonda la Ztl in Ortigia? I tre problemi: parcheggi, navette e cultura dell'imbottigliamento

 Siracusa. Cosa affonda la Ztl in Ortigia? I tre problemi: parcheggi, navette e cultura dell'imbottigliamento

Il ritorno della Ztl “estesa” in Ortigia sortisce lo stesso effetto dello scorso anno: caos, code, invettive. Ancora prematuro esprimere valutazioni sul ritorno ad un’Ortigia chiusa al traffico nelle ore serali di tutta la settimana, ma alcuni cronici nodi riemergono al pettine sin dal critico debutto di giorno 1 maggio. E sono riassumibili in una parola: servizi.
Nonostante la buona volontà e qualche passo avanti compiuto negli ultimi anni, il sistema dei parcheggi (Von Platen, Talete e Molo Sant’Antonio) o viene snobbato dagli automobilisti o da solo, con i posti disponibili, non basta ad assorbire il volume di traffico dei giorni “rossi”.
Poi ci sono le navette di collegamento, tornate in strada nel 2013 (bene) ma in numero insufficiente per garantire partenza e spola tra i parcheggi e l’isolotto ogni 5-7 minuti, tempo che studi di settore classificano come quello di attesa media. Siracusa è ancora ben lontana, ma l’imminente messa su strada di ulteriori 3 bus elettrici per rinforzare l’attuale flotta permetterà di migliorare questo aspetto.
C’è un terzo fattore, ed è culturale. Non è, difatti, diventata abitudine dei siracusani quella di utilizzare i parcheggi (a pagamento) per lasciare l’auto prima di imbottigliarsi in via Malta. Piuttosto tutti in fila, pur sapendo della chiusura al ponte Santa Lucia coltivando la speranza – vana – di trovare il posto più vicino possibile. E questo, in parte, anche per la consapevolezza di non poter contare su collegamenti alternativi precisi e puntuali.
Posto che il principio della tutela del centro storico con la Ztl non si tocca e indietro non si torna, si possono sviluppare un paio di considerazioni che prendono fondamentalmente le mosse da due domande. La prima: perchè nelle ore diurne Ortigia è vittima delle migliaia di auto che si possono liberamente spostare tra viuzze e vicoli? Il sospetto è che le auto e i furgoni siano forse più numerosi (e dannosi) al mattino, tra uffici e altre attività, che alla sera. Su questo, i numeri dell’ufficio Mobilità e Trasporti potrebbero aiutare a capire meglio, se resi pubblici.
Seconda: è il caso di pensare ad una chiusura al traffico già in via Malta, garantendo solo incroci in uscita da via Bengasi? Potrebbe essere l’ultimo step per riuscire una volta e per tutte ad evitare che si formino code da “abitudine”, soprattutto il sabato e la domenica.
Ma come reagirebbe il traffico cittadino ad una chiusura verso Ortigia già, ad esempio, a Pozzo Ingegnere, consentendo solo il passaggio verso l’ingresso del parcheggio del Molo Sant’Antonio?
C’è il problema Talete, poi. Nel sistema Ztl, si rivela avulso e più dannoso che altro: per farla breve, se zona a traffico limitato deve essere, non si può utilizzare un parcheggio che rientra proprio nell’area che si vorrebbe senza auto.
E allora si ritorna al tema servizi: dove posteggiare? Molo Sant’Antonio e la lontana area di via Elorina non bastano. Il Talete è un problema per la stessa Ztl. Il Von Platen non lo usa nessuno. All’assessore Piccione l’arduo compito di trovare una risposta d’equilibrio.

 

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