Siracusa. Covid, l'infettivologo Scifo: "Lenta risalita dei contagi, attenzione e vaccini"

 Siracusa. Covid, l'infettivologo Scifo: "Lenta risalita dei contagi, attenzione e vaccini"

Una situazione che al momento è sotto controllo ma che preoccupa per il progressivo aumento dei casi. Così l’infettivologo Gaetano Scifo definisce il momento attuale quanto a Covid-19. Una disamina, quella dell’ex primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Umberto I di Siracusa, che punta lo sguardo su quanto si osserva in Europa, in Italia e, scendendo ancor più nel dettaglio, in Sicilia. La ripresa dell’infezione non sorprende il noto specialista siracusano. “Ci aspettavamo di trovarci davanti ad un fenomeno di questo tipo- commenta- Tutto sommato in Italia è andata, almeno per la prima parte, bene, certamente con numeri contenuti rispetto a Francia o Spagna. In Sicilia, ancor meglio fino ad agosto. E’ anche vero- prosegue- che venivano effettuati meno test rispetto ad altre nazioni europee”. Il quadro attuale è , per Scifo, “non pericolosissimo ma preoccupante. Siamo- specifica- in una fase epidemiologica endemica ma di transizione verso un progressivo peggioramento. L’età media dei contagiati si aggira intorno ai 29 anni. L’indice di trasmissibilità ha superato in diverse regioni il valore soglia 1, non in Sicilia, almeno per il momento. Sono aumentati i ricoveri e questo vuol dire che dobbiamo tenere alta l’attenzione per non ripiombare in situazioni difficili”. I giovani non sono affatto “immuni” per ragioni anagrafici, evidenzia l’infettivologo . Andrebbero resi edotti di tutti i rischi a cui si va incontro. “Abbiamo forse sbagliato prima- aggiunge- facendo credere loro che per i giovani il virus non avrebbe comportato alcun problema. Non è così e adesso proprio in quel gruppo l’infezione dilaga”. Scifo chiede di tenere l’attenzione alta, adattando i comportamenti a quelle che sono le circostanze attuali.

“Si”, infine alla vaccinazione anti-covid, secondo Gaetano Scifo: “Va fatta e anticipata- conclude- anche per evitare ospedalizzazioni di pazienti complessi”.

 

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