Siracusa. Disservizi e strade malandate, i dipendenti dell'ex Provincia: "Non è colpa nostra"

 Siracusa. Disservizi e strade malandate, i dipendenti dell'ex Provincia: "Non è colpa nostra"

Ancora mesi di incertezza e di difficoltà per i dipendenti dell’ex Provincia. Tornano a sostenerlo i lavoratori, “Liberi dipendenti consorziati”, che affidano ad una lettera aperta il loro sfogo. “Siamo sempre gli stessi dipendenti della Provincia che ogni mattina, puntualmente,si ritrovano al lavoro per assolvere ai nostri compiti d’ufficio –premettono- convinti di poter continuare a garantire i servizi essenziali al cittadino. Mese dopo mese, ci stiamo accorgendo che la situazione sta diventando insostenibile. Da quando il presidente della Regione, Rosario Crocetta ha annunciato in tv la riforma, la situazione è radicalmente mutata. Siamo diventati precari fra i precari e due anni di instabilità amministrativa e gestione commissariale hanno modificato le possibilità d’intervento riducendole a pochi e sparuti servizi. Due anni- sottolineano i lavoratori- non sono bastati al governo regionale per attuare la riforma e riassegnare le funzioni”. Ritardi che , spiegano i dipendenti, stanno “procurando al territorio un danno inestimabile: progettazione ferma, fondi comunitari persi, scuole superiori senza manutenzione, diritto allo studio non più garantito per i trasporti e per l’assistenza agli studenti disabili, chilometri di strade provinciali in abbandono, interi comparti totalmente bloccati nei settori dell’artigianato, dell’edilizia, dell’agricoltura, dell’ambiente”. Un quadro desolante, che secondo i lavoratori l’ulteriore proroga ai commissari fino all’8 aprile prossimo peggiorerà ulteriormente. I lavoratori non ci stanno a passare per i colpevoli dei disservizi che ogni giorno vengono registrati: nelle scuole, lungo le strade, “dove per mancanza di trasferimenti finanziari- evidenziano- non si è potuto intervenire”. Indice puntato contro i rappresentanti politici, “e la loro latitanza. Hanno evitato di intervenire, fino ad oggi- ritengono i liberi dipendenti consorziati- per paura di risultare impopolari”.

 

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