Siracusa. Gestione del servizio idrico, incontro a Palermo. Poche certezze sul futuro, situazione difficilissima

 Siracusa. Gestione del servizio idrico, incontro a Palermo. Poche certezze sul futuro, situazione difficilissima

Se qualcuno si aspettava passi avanti dalla riunione di ieri pomeriggio a Palermo, circa il servizio idrico in provincia di Siracusa, l’attesa è andata delusa. Nell’incontro tra sindaci del Siracusa, commissario dell’Ato Idrico (Buceti), assessore all’energia e servizi (Marino) e curatori fallimentari di Sai 8 è semmai emersa una volta di più quanto complicata sia la situazione, specie alla luce del crac della società d’ambito. Una soluzione nell’immediato appare quasi impossibile. C’è la buona volontà dei sindaci, almeno di quegli 11 primi cittadini che hanno consegnato gli impianti. Spingono per la costituzione di una nuova società, nelle more della legge regionale che permetterà un vero ritorno alla gestione pubblica dell’acqua. E qui c’è il primo ostacolo, stante la bontà dell’idea: si può fare una simile manovra, da un punto di vista giuridico? Senza l’opportuno strumento normativo regionale pare di no. Ma la legge non sarà trattata in aula prima del 2014 ed è oggi ancora ferma in commissione bilancio Ars. Gli ostacoli abbondano, ad esempio: dove prendere il personale? Dalla fallita Sai 8? E questo personale non andrà ad aumentare il numero dei dipendenti comunali, a rischio quindi di  rilievi della Corte dei Conti che potrebbe invalidare tutto? Intanto, più il tempo passa e peggiore diventa la situazione. Intanto economica. E’ stato fatto rilevare che solo un terzo delle ultime bollette è stato pagato. Qualcosa si è inceppato. I curatori fallimentari applicheranno l’aumento (ulteriore) del 13,5% delle tariffe. Non la soluzione del problema, anzi. Così facendo si passa l’idea che chi paga è “fesso” due volte. Alla fine, l’unica certezza con cui si è chiuso il lungo incontro palermitano è che occorre andare in pressing sull’assemblea regionale. Per questo i sindaci e il commissario Buceti hanno siglato una lettera di intenti con cui chiedono di essere convocati in commissione bilancio. Poca cosa. Forse l’unica possibile.

(foto: un momento dell’incontro)

 

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