Siracusa. Il commissario Ato, Buceti, replica alla curatela Sai 8: "Inerzia di chi? Hanno sempre avuto gli aiuti richiesti. Persa occasione per tacere"

 Siracusa. Il commissario Ato, Buceti, replica alla curatela Sai 8: "Inerzia di chi? Hanno sempre avuto gli aiuti richiesti. Persa occasione per tacere"

Il commissario straordinario dell’Ato Idrico, Fernando Buceti, usa una sola parola quando gli si chiede delle accuse che la curatela fallimentare di Sai 8 ha lanciato al consorzio ed ai sindaci: “sbalordito”. Il tono di voce è pacato come sempre, ma Buceti non è tipo da usar giri di parole. “Possono dire quello che vogliono, non mi toccano. Tanto più che non capisco neanche da dove nascano queste dichiarazioni”, spiega al telefono con la redazione di SiracusaOggi.it. Poi la stoccata: “non perdono mai occasione per tacere. Dovrebbero prendere esempio da altri”, dice sibillino. “Il mio stile è quello di lavorare e replicare con i fatti. Quale inerzia? Io mi spendo personalmente per il consorzio Ato lavorando anche 16 ore al giorno, senza ricevere un euro e senza assicurazione. Da dove abbiano preso spunto per una simile uscita, ripeto, non lo so. Chiedete a loro. Io posso dire che tutte le volte che mi hanno chiamato era per chiedere aiuto e lo hanno ricevuto. Ho creato incontri con dirigenti regionali, mi sono prodigato con successo per far loro ottenere uno sconto sul costo dell’energia elettrica da Enel, hanno ottenuto gli aiuti tecnici che volevano ed economici con prestito quando richiesto”, elenca ancora il commissario Buceti. Da perfetto uomo di Stato con un trascorso integerrimo che parla per lui, Fernando Buceti ricorda che “esistono delle regole e io intendo rispettarle. Per me il resto è aria fritta. Credo nello Stato e mi ritengo una persona perbene”.
Sul futuro del servizio idrico in provincia di Siracusa, il commissario dell’At “benedice” la società d’ambito Siracusa-Priolo (“stiamo lavorando per accelerare al massimo. Sono stato a Siracusa ed ho già incontrato il prefetto”) e allontana il ritorno dei privati (“io non seguo eventuali trattative private. L’acqua deve tornare pubblica, come vuole la Regione e il mio assessore. Facciano i loro incontri ma alla fine devono passare da me, perchè la concessione ce l’ho io”).

 

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