Siracusa. Liti e sparatorie, il vice dirigente della Mobile: "Episodi maturati nel degrado sociale"

 Siracusa. Liti e sparatorie, il vice dirigente della Mobile: "Episodi maturati nel degrado sociale"

Un episodio maturato in un contesto di degrado sociale, in una zona difficile della città. Così il vice dirigente della Squadra Mobile di Siracusa, Rosario Scalisi, legge quanto accaduto ieri mattina nei pressi di via Madre Teresa di Calcutta. Un 34enne, dopo un diverbio con un uomo di 39 anni per ragioni legate ad una precedenza stradale non rispettata, ha estratto la pistola e ha sparato alcuni colpi ferendolo alle gambe (leggi qui). “In determinati contesti- spiega Scalisi- un banale litigio, come quello in questione, può trasformarsi in qualcosa di sproporzionato rispetto all’elemento che lo ha originato”.
Negli ultimi mesi e in diverse occasioni i cosiddetti “futili motivi” sono spesso sfociati in fatti di cronaca gravi. “Dati statistici- spiega Scalisi- ci confermano l’aumento dei reati predatori, criminalità spicciola, dai furti agli scippi, slegati da organizzazioni criminali strutturate”. Ed è più difficile per le forze dell’ordine contrastare i piccoli crimini, che non rientrano nell’ambito di alcun filo conduttore e sono praticamente fuori controllo. Episodi come la sparatoria di ieri mattina sarebbero anche il segnale tangibile di un crescente disagio sociale, legato alla crisi economica che attraversa l’Italia. “E’ chiaro- prosegue il vice dirigente della Mobile- che i giovani, se privi di punti di riferimento e di un’occupazione, possono cadere con maggiore facilità in dinamiche di criminalità spicciola, arrivando a commettere gesti fuori da qualsiasi logica”. Ma parlare di allarme sociale è fuori discussione. La situazione è sotto controllo e nonostante gli episodi “scontertanti”, la risposta delle forze dell’ordine sin qui è stata sempre immediata. Rimane senza soluzione un solo grande caso di cronaca cittadina, l’omicidio di piazza della Repubblica.
Ma intanto l’opinione pubblica siracusana si confronta su quanto accaduto. C’è chi denuncia con preoccupazione una cosiddetta “malattia di mafia” che porterebbe piccoli delinquenti a muoversi come sedicenti boss ma c’è soprattutto chi chiede maggiore severità nel punire questi episodi. In particolare, viene lamentata una sorta di “incertezza” della pena. Il problema, in realtà, è di diversa natura. Troppo lunghi i procedimenti della macchina giudiziaria anche per via di adempimenti burocratici e arretrati che dilatano i tempi della giustizia.

 

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