Siracusa. Maiali si avventano sui rifiuti abbandonati e si cibano di spazzatura: IL VIDEO

 Siracusa. Maiali si avventano sui rifiuti abbandonati e si cibano di spazzatura: IL VIDEO

L’immagine non lascia spazio ai dubbi. Un gruppo di maiali, alcuni neri, altri rosa, si cibano famelicamente di rifiuti abbandonati per strada. Succede in pieno centro urbano, alle spalle di un supermercato di via Algeri. Nella zona di Grottasanta, da diversi giorni è partito il servizio di raccolta differenziata “porta a  porta”, con la rimozione dei vecchi cassonetti dell’indifferenziata. Un cambiamento ampiamente preannunciato e che è arrivato dopo un analogo percorso in tutte le altre zone del territorio comunale. Eppure sembra che la regola della differenziata non sia stata ben compresa o, piuttosto, accettata di buon grado. Il risultato, oltre all’abbandono di rifiuti, con le conseguenze igienico-sanitarie e di decoro ben evidenti, è anche questa. Non è la prima volta che gruppi di animali, probabilmente di proprietà di qualche “allevatore” improvvisato che vive nell’area alta della città, si incontrano in giro, mentre pascolano nelle aree incolte o semplicemente a ridosso di aiuole incolte. In questo caso, i suini si cibano dei rifiuti. Un’alimentazione, peraltro, che in questo modo sfugge ad ogni controllo, con le possibili conseguenze in termini sanitari che questo può comportare. E’ vero che alcuni anni fa in Inghilterra era stata lanciata la cosiddetta “Pig Idea”, quando un gruppo di chef aveva ipotizzato di tornare ad utilizzare i maiali per smaltire i rifiuti organici, dando loro da mangiare i resti di quanto non utilizzato per la cucina o non consumato. L’ipotesi non era piaciuta agli allevatori, preoccupati del rischio che questo avrebbe potuto comportare la diffusione di malattie. Quale che sia la verità, non facciamola più “alta” di quello che è in realtà: qui si tratta di maiali lasciati pascolare senza alcun controllo e che si cibano di chissà cosa. Di certo non si può parlare nè di sicurezza, per gli animali e per le persone, e nemmeno di tracciabilità quando, si ipotizza, i maiali saranno destinati al consumo alimentare.

 

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