Siracusa. Odissea per andare a scuola con l'autobus: una mamma scrive alla Procura

 Siracusa. Odissea per andare a scuola con l'autobus: una mamma scrive alla Procura

Trasporto urbano pubblico, questo sconosciuto. Il servizio offerto dall’Ast non è più all’altezza delle necessità di una città capoluogo come Siracusa. Tra guasti, corse saltate e taglio dei chilometri percorsi si sono venute a creare situazioni paradossali. Come quella che ha spinto una mamma a presentare un esposto in Procura.
Ed è lei stessa a raccontare la sua storia. “Mio figlio frequenta il liceo Corbino-Gargallo che si trova alla Pizzuta. L’unica linea Ast che serve quella zona è la 12. Ma almeno una volta alla settimana, senza alcun preavviso né logica apparente, la prima corsa quella delle 7.20 con partenza dalla stazione degli autobus, viene cancellata. Le corse iniziano quindi alle 8.20 quando l’entrata a scuola è fissata per le 8.00. Quando l’autobus in questione parte – continua – la linea segue orari di partenza che non tengono conto né dell’orario di entrata, né di quello di uscita del liceo”. Vale a dire che bisogna attendere almeno 40 minuti dopo l’uscita da scuola per la corsa di ritorno o un’ora e quaranta minuti se salta. “Aggiungo inoltre che la fermata dell’autobus di fronte al Liceo è sprovvista di pensilina o qualsiasi altra forma di riparo”.
Così, per arrivare a scuola alle 8.00 e percorrere poco meno di 5km, bisogna uscire di casa alle 7 per arrivare alla stazione dei bus dove verificare che la linea 12 sia attiva. “Nel caso in cui non lo sia, bisogna correre in viale Teracati dove un autobus, per gli studenti che provengono da Cassibile, convenzionato con il Comune di Siracusa, permette ai ragazzi di salire per raggiungere la scuola. Il tempo impiegato dai nostri figli per raggiungere la scuola è lo stesso che impiegano gli studenti che arrivano dai paesi della provincia percorrendo il quadruplo della strada”.
Una problematica già segnalata agli uffici comunali competenti. “Ma sino a oggi la situazione è rimasta invariata”. Ecco perchè stanca di sentirsi parte di una città retrocessa in serie B come servizi essenziali si è rivolta alla Procura.

 

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