Siracusa. Piazza d'Armi e il punto ristoro, on. Prestigiacomo: "ora lo si demolisca"

 Siracusa. Piazza d'Armi e il punto ristoro, on. Prestigiacomo: "ora lo si demolisca"

I rilievi degli ispettori inviati dalla Regione nell’area della ex piazza d’Armi vengono salutati con favore da Forza Italia. La parlamentare Stefania Prestigiacomo parla di “primo passo nell’accertamento delle molte illegittimità presenti in questa vicenda. Una giostra di progetti, il primo offerto in gara, ragione di aggiudicazione e concessione, il secondo radicalmente diverso presentato per ottenere le autorizzazioni e il terzo, realizzato, ancora diverso”.
La Prestigiacomo si dice certa sulla presenza di “troppe le illegittimità che fanno concludere che quel bando non sarebbe mai dovuto esistere insieme all’opera realizzata. Dal primo momento come è noto ci siamo opposti alla realizzazione dello specchiato mausoleo, abbiamo protestato e preteso che ci si spiegasse perché l’amministrazione comunale non si fosse opposta alla privatizzazione della piazza. Purtroppo abbiamo assistito a scomposte reazioni e mai nessuna vera spiegazione. Siamo stati definiti strumentali, non abilitati a protestare, paragonati a mafiosi sanguinari che parlavano di antimafia e legalità ed infine accusati di avere cementificato Siracusa per il G8, il più importante evento che ricordi mai svolto in città che le ha conferito solo prestigio e lustro anche per le sue tematiche. Forse il silenzio di questi giorni sul tema ha dato l’impressione a qualcuno di averci zittiti, che la calura estiva ci abbia distratti. Per nulla”.
Forza Italia ha presentato domanda di accesso agli atti presso Demanio, Comune e Soprintendenza. “Abbiamo trasmesso una dettagliata relazione all’Anac, chiedendo al presidente Cantone di verificarne la legittimità. In sintesi, riteniamo esservi state delle anomalie tali da inficiare la legittimità di una procedura di evidenza pubblica e soggetta, per espresso richiamo della norma invocata dall’Ente, all’osservazione di principi e regole del codice appalti, in grado di mettere in discussione il contratto di concessione”.
La posizione della deputa azzurra è chiara: “pensiamo sia fortemente lesivo della concorrenza la modifica dei documenti della procedura e l’estensione dell’area, passata rapidamente da 2.400 a 5.000 mq, il giorno prima della scadenza del termine per i sopralluoghi obbligatori, senza concessione di proroga e con pubblicità praticamente assente. E tanto altro ancora.
Riteniamo infine sussistere giuridicamente tutti i presupposti per la risoluzione del contratto di concessione a seguito dell’accertamento dell’impiego di lavoratori in nero in cantiere. Continuiamo a credere che quello odierno sia stato il primo e non ultimo passo. Continuiamo a sperare nel senso di responsabilità degli enti pubblici coinvolti che decidano di ordinare la demolizione del mausoleo e magari dichiarare risolto il contratto”.

 

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