Siracusa. Politica e valori cristiani, convegno su Don Sturzo: "popolarismo non populismo"

 Siracusa. Politica e valori cristiani, convegno su Don Sturzo: "popolarismo non populismo"

La biblioteca dei Frati Minori di Siracusa ha ospitato il convengo su Don Sturzo dal tema “Governare bene sarà possibile, come passare del populismo al popolarismo”.
Politica e valori cattolici al centro di vari interventi, tra i quali quello del consigliere comunale Salvo Sorbello. “La vera ragione dell’attuale scarso peso politico dei vari movimenti di area cattolica sta nel non aver correttamente attuato il popolarismo di don Sturzo. Con papa Francesco si è però aperta una pagina nuova anche per l’impegno dei cristiani in politica, che deve essere rinnovato e rivolto con coraggio alla ricerca del bene comune”.
Bruno Maltese, presidente del Centro Sturzo di Siracusa, ha voluto sottolineare come sia indispensabile un forte legame con i valori morali ed ha messo in luce l’attualità del pensiero di don Sturzo.
Dopo l’intervento di Luca Novara, docente di filosofia morale ed etica socio-politica presso l’Istituto superiore di Scienze religiose San Metodio, che ha coordinato il convegno, è intervenuto Giovanni Palladino. “Per lungo tempo è prevalso lo Stato arbitro e giocatore, che ha fatto male sia l’arbitro che il giocatore. La soluzione alla crisi politica sta nel passaggio al popolarismo, che non è un’ideologia, ma un efficiente metodo di governo”.
Marco Vitale, tra gli economisti d’impresa più importanti in Europa, ha affermato che “il grande pensiero economico cattolico liberale del ‘900 è purtroppo un tesoro prezioso ma inutilizzato. Occorre quindi ricuperare questo straordinario patrimonio intellettuale e morale, per animare un nuovo protagonismo cattolico nella vita civile e politica che, può realizzare l’economia sociale di mercato, che è l’unico modello che ha dato buona prova di se e che offre prospettive positive per il futuro, armonizzando mercato, solidarietà, sussidiarietà orizzontale e verticale”. Per Marco Vitale, infine, “rifarsi a Sturzo non è un atto di nostalgia, ma è un abbeverarsi a una fonte fresca di un grande pensiero, di una grande moralità, di un grande esempio, di una grande tradizione civile e religiosa ancora viva ed attuale”.

 

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