Siracusa. Sequestrato il bar-tabacchi Beverly Hills: fittizia la titolarità, usato prestanome

 Siracusa. Sequestrato il bar-tabacchi Beverly Hills: fittizia la titolarità, usato prestanome

Sigilli questa mattina alla rivendita di tabacchi Beverly Hills, a Siracusa. Eseguito un sequestro preventivo dagli uomini della Guardia di Finanza. Il provvedimento è giustificato dalla sussistenza del fumus del reato di trasferimento fraudolento di valori.
Sotto indagine sono finiti i due gestori, Giampaolo e Milena Giaquinta, a cui è stata sequestrata anche la licenza. Per l’accusa, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale ed al fine di sottrarre al sequestro, ed eventualmente alla successiva confisca la rivendita, ne avrebbero attribuita fittiziamente la titolarità ad un prestanome.
Giampaolo Giaquinta era già finito nel mirino delle Fiamme Gialle nel 2013, in una
complessa attività di indagine che portò al suo arresto per usura.
Gli sviluppi investigativi, hanno consentito di determinare il profitto di quel reato e sottoporre a sequestro preventivo i beni dell’indagato. I finanzieri, dagli ulteriori accertamenti bancari e patrimoniali, hanno riscontrato la sussistenza di elementi idonei per
l’applicazione della misura alla luce di quella che viene definita “pericolosità sociale del soggetto”.
L’approfondimento ha permesso di dimostrare che dal 2016 la gestione del bar-tabacchi Beverly Hills era di fatto riconducibile ai fratelli Giaquinta, nonostante formalmente fosse intestata ad un prestanome. Per la Guardia di Finanza erano infatti i fratelli Giaquinta ad occuparsi in prima persona di tutti gli aspetti gestionali dell’azienda: ordinativi di sigarette, turni di lavoro del personale, gestione di problematiche di volta in volta
sopraggiunte inerenti lo svolgimento dell’attività, gestione dei conti correnti
bancari intestati all’azienda e quant’altro.
A confermare i sospetti degli investigatori, numerose intercettazioni telefoniche e le registrazioni audio-video acquisite nel corso delle indagini, insieme alla copiosa documentazione bancaria relativa ai tre indagati.

 

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