Siracusa. Sit in di protesta dei docenti non di ruolo. Solidarietà di Bandiera e Vinciullo

 Siracusa. Sit in di protesta dei docenti non di ruolo. Solidarietà di Bandiera e Vinciullo

Diversi insegnanti della provincia si sono dati appuntamento questa mattina davanti all’ex Provveditorato agli Studi per un sit in di protesta. Una protesta nata su scala nazionale sui social con l’hashtag #noalconcorsotruffa, che riguarda soprattutto docenti di età compresa tra i 35 e i 45 anni, abilitati di seconda fascia con le graduatorie ad esaurimento chiuse, che si ritrovano esclusi dal ruolo. Docenti da anni in servizio nelle scuole, anche con incarico annuale, e che lo Stato, attraverso percorsi abilitanti a pagamento, ha formato come insegnanti.
“Insieme ad una delegazione di docenti abbiamo incontrato la vicaria Corradina Lotta che, con particolare competenza e prontezza, ha risposto positivamente alle istanze che abbiamo rappresentato, condividendo le difficoltà in cui si vengono a trovare gli insegnanti in questione”, spiega il commissario provinciale di Forza Italia, Edy Bandiera. “Le ho chiesto di inoltrare una nota al Ministero della Pubblica Istruzione affinchè si rappresenti il dissenso dei docenti dinnanzi alla scelta concorsuale prevista dal Governo nazionale”, aggiunge Bandiera. “Ritengo fondamentale – prosegue Bandiera – che dai territori tutti si levi un forte grido di attenzione nei confronti di questa categoria di lavoratori, perché solo con azioni incisive, anche dal basso, occorre far capire al Ministero che questi lavoratori corrono il rischio di avere la stessa sorte dei cosiddetti esodati. Accanto a questo, sto già stimolando azioni parlamentari adeguate per tenere alta l’attenzione sul rischio esposto, e contribuire alla tutela dei docenti in questione su tutto il territorio nazionale, stimolando una modifica alla attuale previsione concorsuale”.
Con gli insegnanti anche il deputato regionale Enzo Vinciullo. “Il comportamento dello Stato, e per il esso il Ministero della Pubblica Istruzione, è insopportabile e scorretto e ha ripercussioni sulla credibilità della funzione che oggi lo Stato continua a svolgere in Italia. Lo Stato, ha continuato l’On. Vinciullo, ha chiesto a centinaia di docenti di conseguire l’abilitazione partecipando prima a una preselezione, poi agli esami conclusivi di un corso universitario, nello stesso tempo ha chiesto il pagamento di una tassa di iscrizione di 3000 euro ed ora, improvvisamente, pensa di non riconoscere questo titolo.

 

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