Teatro greco, applausi per la sofferente vendetta della Elettra di Roberto Andò

“Sono un caso senza soluzione. Non smetterò mai di soffrire”. È un’Elettra schiacciata dagli eventi, rassegnata alla depressione eppure salda nella ricerca di vendetta. La tragedia di Sofocle, diretta da Roberto Andò, ha aperto la 60ª stagione di spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa.
Sonia Bergamasco, al suo debutto nella cavea del Temenite, porta in scena le nevrosi di Elettra, tra tic e improvvisi movimenti. E strappa l’ordinario ritmo delle parole, caricandole di una forza graffiante e disperata, mentre con addosso solo un cencio ora rotola in terra, ora cerca rifugio nel suono di un pianoforte, sola via di fuga da una città in rovina come il suo animo.
Andò esplora la figura di Elettra quale incarnazione del dolore e della vendetta, mettendo in luce le emozioni e i conflitti interiori dei personaggi. All’intensità di Elettra (Bergamasco calamita gli applausi) risponde un’austera e tormentata Clitennestra a cui da vita l’impeccabile Anna Bonaiuto mentre Roberto Latini offre un Oreste enigmatico ed efficace.
La traduzione di Giorgio Ieranò assicura un linguaggio incisivo e contemporaneo, mantenendo la potenza del testo originale. I movimenti del coro, tutto femminile, sono un’angosciosa sottolineatura della sofferenza come sentimento di coscienza collettiva.
Le musiche originali di Giovanni Sollima accompagnano la narrazione, sottolineando abilmente i momenti di maggiore pathos.
Lo spettacolo, una coproduzione con il Teatro di Napoli, sarà in scena a Siracusa fino al 6 giugno, per poi proseguire a Pompei dal 10 al 12 luglio.