Il dibattito sul turismo in calo. La politica commenta, ma qual è la ricetta giusta?
I numeri in calo registrati dalle strutture ricettive siracusane a giugno 2025 (rispetto a giugno 2024) pubblicati da SiracusaOggi.it hanno acceso un vivace dibattito politico. Una serie di prese di posizione a mezzo stampa, destinate a durare il tempo di un post ma che valgono come segnali di timida attenzione. In fondo, il tema è serio e richiederebbe analisi rigorose, autorevoli, scevre da condizionamenti di parte. Tutto molto difficile in una città che, invece, è già da un decennio divisa in fazioni, con i cittadini come fan di questa o di quella parte (politica) e non più dell’interesse collettivo e preminente.
Nella volontà di commentare, si commettono alle volte sviste come quella dell’analisi critica proposta dal movimento Oltre che, in un post poi cancellato, finisce quasi per dimenticare che negli ultimi sette anni il settore è stato amministrato da Fabio Granata che di Oltre è stato il creatore.
In questo quadro e pur tra condivisibili analisi e prese di posizione, resta il dato: i turisti sono in calo. Siamo lontani dai livelli pre-covid e solo l’aumento operato lo scorso anno sulla tassa di soggiorno ne garantisce ancora un importante gettito per le casse comunali. Ma se i turisti non vengono, non ci sarà aumento che tenga prima o poi.
Prima ancora che l’inflazione, il caro voli, l’erosione del potere di acquisto ed i prezzi alle volte spropositati per la qualità offerta, Siracusa deve preoccuparsi di sè stessa. Perchè a leggere quello che i turisti scrivono sui social, ci sono aspetti che impattano maggiormente. E sono facilmente riassumibili alla voce “ordine e pulizia”. Ortigia è bellissima, straordinaria, affascinante. Ma è in preda al caos, vittima di interessi criminali come svela la recente operazione di Carabinieri e Guardia di Finanza; bulli e bulletti liberi di scorrazzare in scooter anche alla Marina; odori fastidiosi e molesti; pulizia carente; disordinate espressioni di festa; caotica viabilità; improvvisazione.
O si decide di mettere la testa sotto la sabbia, per fare finta di non vedere e finchè va tutto bene, ok; altrimenti è adesso il momento di chiamare alla responsabilità (ed alle capacità) gli amministratori tutti. Con una provocazione: si liberi Ortigia dai siracusani.
Come dire che senza coltivare nei fatti – non nelle parole – una nuova sensibilità e la cultura delle regole e del decoro, il futuro è tristemente segnato. Ortigia ha bisogno di nuova identità, di imprenditori appassionati e non di affaristi del momento sulle spalle del turista. Di persone che, a qualunque titolo, sappiano rispettarne e raccontarne fascino e beltà. Ma senza coltivare l’oggi, non c’è domani che splenda.














