“Vicini all’emergenza occupazionale e sociale”: l’allarme della Cgil di Siracusa

 “Vicini all’emergenza occupazionale e sociale”: l’allarme della Cgil di Siracusa

“Vicini ad una vera emergenza sociale e occupazionale”.
Il segretario generale della Cgil di Siracusa, Franco Nardi traccia un quadro economico locale ed espone gli elementi che a suo dire segnano la provincia “ormai da ben oltre un decennio. Non c’è settore occupazionale, dal metalmeccanico all’amministrativo, che non conosca sofferenza, tanto più che molte aziende non sono più siracusane -spiega il segretario della Cgil- con tutto quello che questo aspetto comporta. E questo perché molte imprese non sanno non stare capaci di superare la crisi”. Nardi prosegue affrontando la questione sociale, citando il problema che riguarda le analisi di laboratorio nelle strutture private convenzionate, che lamentano budget insufficienti da parte della Regione e , in risposta, sospendono spesso, a metà mese, le prestazioni in esenzione, ad eccezione di quelle che riguardano i malati oncologici e le donne in stato di gravidanza. “Dalle nostre ricerche -dice ancora Drago- risulta che non si fa un consuntivo mensile delle risorse per capire quali somme restano disponibili. E anche se l’Asp aveva messo a disposizione alcuni punti prelievo, di certo non Erano sufficienti per soddisfare la domanda. È un sistema che va cambiato perché è concreto il rischio di appesantire oltremodo il sistema sanitario per ricoveri o cure per patologie aggravate dai mancati controlli. In questo quadro si inseriscono le visite specialistiche o gli esami diagnostici, con liste d’attesa di mesi; ciò induce il cittadino a identificare come regolare il ricorso al privato quando invece dovrebbe essere l’eccezione”. E poi uno sguardo sulla situazione economica dei cittadini: “Il tasso di povertà è aumentato del 10%, mentre si sono ridotti esponenzialmente gli ammortizzatori sociali e sono aumentate le restrizioni dei sostegni sociali come il reddito di cittadinanza. E se è vero che i dati riguardanti l’occupazione sono in positivo, è ancora più vero che si tratta di lavoro povero, ovvero quell’occupazione che non fa uscire dalla fascia di povertà”.

 

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