Violenza giovanile, il prefetto Signer: “Serve responsabilità sociale e individuale, bisogna dare un segnale”

Al corteo ad Avola per dire no alla violenza c’era anche il prefetto di Siracusa, Giovanni Signer. “Siamo qui per testimoniare la vicinanza, intanto, a queste ragazzine e alle loro famiglie, e per indicare a tutti quelli che si sono resi responsabili di questo gesto — e non parlo solo delle ragazzine che hanno picchiato queste due giovani, ma soprattutto di tutti quelli che si sono preparati e che hanno fatto in modo di far girare questi video sui social — il valore negativo di ciò che è accaduto, e del fatto che queste ragazzine non sono rimaste sole, e che tutte le istituzioni e la società sono insieme a loro”, ha detto il prefetto di Siracusa ai microfoni di SiracusaOggi.it.
Due episodi scuotono profondamente la comunità siracusana: sabato sera, l’aggressione a una ragazzina da parte di un gruppo di coetanei ad Avola; oggi, la scoperta delle crudeli violenze inflitte da cinque diciassettenni di Siracusa a un anziano solo. Cosa si può fare per contrastare questo fenomeno di violenza giovanile? Il Prefetto non usa giri di parole e chiama alla responsabilità: “Le istituzioni hanno la massima attenzione. Qui è un discorso di responsabilità sociale e responsabilità individuale. Io credo che la prima cosa da fare la dovrebbero fare i soggetti che hanno visibilità pubblica. Io credo che gli artisti, in primis, dovrebbero dare un segnale concreto. Finché sul web gireranno contenuti violenti, messaggi misogini, cambierà poco. C’è il massimo impegno delle istituzioni, ma la responsabilità individuale di persone che hanno visibilità pubblica è fondamentale.