Avola dalla parte di Mbaye, l’abbraccio del corteo contro ogni violenza. “Chiediamo giustizia”

 Avola dalla parte di Mbaye, l’abbraccio del corteo contro ogni violenza. “Chiediamo giustizia”

Avola scende in piazza dopo l’aggressione ad una tredicenne da parte di un gruppo di coetanei. Un episodio di violenza minorile che ha generato una profondata ondata di sdegno. In centinaia questa mattina hanno sfilato in corteo, c’erano le scuole ma anche i genitori insieme ad autorità e società civile. In apertura, lo striscione mostrato dai giovanissimi alunni: “No all’indifferenza”. Accanto ci sono il sindaco Rossana Cannata, il vescovo di Noto Rumeo, il prefetto Signer, le forze dell’ordine, don Fortunato di Noto (Meter) e il centro antiviolenza. Tutti si stringono attorno alla famiglia di Mbaye, vittima di quella aggressione, e presente insieme alla mamma ed al papà. Un abbraccio forte e chiaro, come la scelta di stare subito dalla parte giusta, condannando la violenza. Ed è proprio la richiesta di giustizia a levarsi ad ogni passo del corteo, sino all’arrivo nella zona di via Piersanti Mattarella. Un altro cartellone preparato dagli studenti che già alle 8 di questa mattina hanno iniziato a confluire in piazza Baden Powell invita a non tacere davanti agli episodi di bullismo: “Il silenzio non vince”. Mai stare in silenzio, mai limitarsi ad usare il telefonino solo per filmare e condividere violenza a caccia di like.
Le forze dell’ordine hanno già identificato cinque giovanissimi protagonisti di quel turpe episodio. Si tratta di quattro ragazzine e di un ragazzo tutti di età compresa tra i 13 ed i 15 anni. Sono stati individuati grazie alle telecamere di videosorveglianza della zona ed ai video diffusi sui social. Alcune “bulle” hanno fatto arrivare le loro scuse alla ragazzina aggredita. “Difficile per ora parlare di perdono”, taglia corto la mamma della giovane vittima.
Il movente dell’aggressione è ancora al vaglio degli inquirenti che stanno anche valutando la posizione di altri giovani coinvolti nell’episodio. Al momento, i minori maggiori di 14 anni sono indiziati di lesioni personali non escludendosi, allo stato, anche l’aggravante razziale. Per gli altri, la legge non esclude che il Giudice competente realizzi un giudizio di pericolosità sociale con tutte le conseguenze del caso.

 

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