Violenza giovanile, Gilistro (M5S): “Famiglie lasciate sole alle prese con nuove emergenze educative”

 Violenza giovanile, Gilistro (M5S): “Famiglie lasciate sole alle prese con nuove emergenze educative”

“I fatti di violenza giovanile che si sono susseguiti negli ultimi giorni nella nostra provincia, oggi la vicenda dei cinque minorenni accusati di ripetuti soprusi nei confronti di un anziano solo e vulnerabile, rappresentano il campanello d’allarme di un’emergenza educativa conclamata. Non si tratta di fatti isolati, ma del sintomo di una fragilità sociale sempre più diffusa, dove troppi ragazzi crescono senza una guida, senza riferimenti, spesso lasciati a se stessi in una società che si disinteressa del loro percorso umano prima ancora che scolastico”. Lo dice il deputato regionale Carlo Gilistro (M5S), pediatra noto per il suo supporto anche professionale alla genitorialità, che condanna con fermezza l’accaduto.
“Da tempo sostengo con convinzione l’idea di una patente di genitorialità. Non una abilitazione burocratica, ma un insieme di strumenti formativi, supporti psicologici e percorsi di accompagnamento dedicati a chi affronta il difficile, complesso e meraviglioso compito di educare. La società è cambiata, il linguaggio è cambiato, i modelli di riferimento si sono spostati sul digitale e spesso sulla superficialità. Non possiamo pretendere che i genitori combattano da soli questa battaglia senza che lo Stato, la scuola e le istituzioni offrano il loro contributo concreto e strutturato”, spiega Gilistro.
“Ogni componente della comunità educante (famiglia, scuola, servizi sociali, parrocchie, realtà associative) deve ritrovare un ruolo centrale, coordinato e coeso. Solo così possiamo ribaltare un sistema in cui oggi troppo spesso vincono l’arroganza, la sopraffazione, l’indifferenza. Serve chiarezza: bisogna spiegare ai giovani, sin da piccoli, cosa è giusto e cosa è sbagliato. E bisogna farlo con coerenza, fermezza e presenza. Chi oltrepassa certi limiti, chi fa del male a un coetaneo, a un anziano, a chiunque, deve sapere che quel gesto ha un nome: reato. E non esiste alcuna medaglia al merito nella violenza. Esiste, invece, una responsabilità personale e sociale, che comporta conseguenze: legali, civili e morali”.
“Da rappresentante delle istituzioni – conclude Carlo Gilistro – rinnovo il mio impegno affinché si creino le condizioni economiche e sociali necessarie per sostenere davvero le famiglie: con servizi pubblici funzionanti, sport accessibile, psicologi scolastici, spazi educativi aperti anche al pomeriggio e nei weekend. Se vogliamo salvare i nostri giovani, dobbiamo tornare ad accompagnarli nel cammino, non lasciarli soli lungo la strada”.

 

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