Siracusa. Scuole superiori: piove dentro, cadono calcinacci, riscaldamenti spenti. Le foto

 Siracusa. Scuole superiori: piove dentro, cadono calcinacci, riscaldamenti spenti. Le foto

E’ un inverno complicato per la scuola siracusana. In particolare per gli istituti di istruzione superiore. Forse complici le difficoltà della Provincia Regionale -“vittima” di una riforma incompleta – è pronta ad esplodere la protesta degli studenti, stanchi di vivere una situazione che pure dentro alcune scuole li espone al rischio di pioggia e vento. “Da una settimana riceviamo notizie inaccettabili riguardo l’edilizia scolastica”, confermano dalla Reti degli Studenti Medi di Siracusa.
“Basta poca pioggia per far succedere disastri. Al Rizza e al Corbino, nonostante i lavori che stanno iniziando, si sono allagati corridoi ed aule. Al liceo Gagini si è rotto il cornicione di un balcone, il tutto in una sola mattina, quella di ieri”, racconta Cosimo Vitagliano, responsabile organizzazione dell’associazione degli studenti. “Per non parlare – aggiunge – delle infiltrazioni di acqua dalle finestre obsolete e delle crepe sui muri con macchie di umido sui tetti anche vicino ai cavi elettrici”.
Il problema è che mancano gli interlocutori istituzionali. E anche i dirigenti scolastici, armati di buona volontà, devono arrabattarsi inventando percorsi insoliti pur di risolvere i problemi. “Aspettiamo ormai da mesi che l’incarico della gestione degli istituti superiori passi ad un ufficio specifico. Viviamo di promesse, della ministro Giannini che ci garantì un incontro con il sottosegretario Faraone e l’assessore regionale Mariella Lo Bello, che avrebbe risolto i problemi più gravi; del sindaco con il quale avremmo aperto un tavolo non appena il lavoro fosse stato di sua competenza”, appunta Marco Blandini, coordinatore della Rete degli Studenti Medi Siracusa.
La situazione si fa critica anche per quel che riguarda i riscaldamenti. Ieri hanno protestato gli studenti dell’istituto Juvara.
“Vogliamo degli interlocutori concreti perché siamo stanchi di vivere in questi ambienti insicuri per l’istruzione che dovrebbe invece garantire prima di tutto la nostra sicurezza”, si sfoga Blandini. Altrimenti sarà sciopero.

 

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